La Resistenza nel web francese
Uno sguardo sulle risorse web intorno all’esperienza resistenziale in Francia
*Tutti i link presenti nel testo sono stati consultati il 20 febbraio 2014
L’intervento prenderà in analisi alcune esperienze significative di public history inerenti all’esperienza resistenziale in Francia. Verranno passati in rassegna alcuni siti di associazioni preposte alla trasmissione e alla valorizzazione della memoria resistenziale e successivamente ci si soffermerà su un esempio di public history: il Musée virtuel de la Résistance. Verrà quindi osservato come le risorse web siano state pensate non soltanto per rendere omaggio alla resistenza interna ed esterna ma soprattutto per compiere vere e proprie operazioni di divulgazione storica.
Questo contributo si inserisce all’interno di una riflessione più articolata che sottolinea l’impatto prodotto dalla rete sul rapporto tra storia e memoria. Serge Noiret, in un saggio apparso su «Ricerche storiche» nel 2009 dal titolo “Public History” e storia pubblica nella rete«“Public History” e “storia pubblica” nella rete”», in Francesco Mineccia, Luigi Tomassini (a cura di): Media e storia, numero speciale di Ricerche storiche, 39/n.2-3, maggio-dicembre 2009, pp. 275-327., ha rilevato come la rete abbia svolto un ruolo decisivo nella diffusione delle realizzazioni della public history: con l’avvento del digitale i siti di comunicazione storica hanno contribuito a far evolvere il rapporto con gli eventi del passato, ricollocandoli in una più vasta costruzione, quella delle memorie individuali e collettive. Pertanto il public historian compie vere e proprie operazioni di divulgazione scientifica, partecipando alla costruzione di siti al fine di accrescere la consapevolezza del passato e la permanenza delle memorie collettive al di fuori dei ristretti ambienti accademici.
Venendo al tema specifico della Resistenza in Francia ci si deve anzitutto riferire alla Fondation de la Résistance. Creata nel 1993, riconosciuta fondazione di utilità pubblica e patrocinata dal Presidente della Repubblica, la Fondation de la Résistance persegue i seguenti obiettivi: la salvaguardia della memoria resistenziale – interna e esterna – attraverso la promozione della ricerca storica e contro tutte le forme di negazionismo; la trasmissione alle giovani generazioni e alla società civile dei valori individuali e collettivi espressi nella Resistenza; la conservazione della memoria delle associazioni di ex resistenti. Diretta da un consiglio di amministrazione composto da 19 membri ripartiti in tre collegi (quello che rappresenta i fondatori, i poteri pubblici e personalità diverse), comprende un Comitato storico, un Comitato finanziario e un comitato preposto a seguire le associazioni convenzionate. La Fondation sostiene in particolare l’azione di due associazioni: Mémoire et Espoirs de la Résistance (MER) e l’Association pour des Études sur la Résistance intérieure (AERI).
L’Associazion Mémoire et Espoirs de la Résistance (MER) riunisce studiosi della Resistenza e della società civile, prefiggendosi l’obiettivo di aiutare studenti universitari e dottorandi, nonché coloro che preparano il Concours National de la Résistance et de la Déportation (uno dei più importanti de l’Éducation Nationale) e l’organizzazione di incontri regolari in cui si dibatte intorno ai temi legati alla memoria e alla Resistenza. Dal sito MER è possibile visionare, attraverso un motore di ricerca, le schede relative alle tesi di DEA, Master e dottorato che trattano la Resistenza in Francia, il regime di Vichy e la vita quotidiana negli anni 1940-1944. Nella sezione Travaux Universitaires sono una serie di mascherine di ricerca: nome autore, titolo, tema (le categorie principali sono “Résistance intérieure”, “France libre et gouvernements Alger”, “France en guerre avec thèmes incluant Résistants et non-Résistants”), paese, regione e dipartimento; città, luogo di consultazione (archivi, biblioteche etc.). Questo catalogo – che non pretende di essere esaustivo – viene aggiornato regolarmente da un’equipe di volontari MER grazie alle informazioni trasmesse a quest’ultima dalle università e dai centri di documentazioni francesi.
L’Association pour des Etudes sur la Résistance intérieure (AERI), fondata nel 1993 da ex resistenti, ha lo scopo di coordinare e promuovere gli studi sulla Resistenza interna. Fin dalla sua fondazione ha avviato una campagna in tutti i dipartimenti francesi volta alla realizzazione di CD-ROM e DVD concepiti a partire da un modello comune. Un dispositivo d’applicazione in linea – attraverso la rete Intranet – ha consentito di creare prodotti omogenei ed ora i prodotti sono acquistabili sul sito internet dove è possibile, altresì, consultare un catalogo.
Il Musée de la Résistance en ligne è un esempio di digital public history sulla Resistenza in Francia. È un portale creato per iniziativa dell’AERI che si propone di promuovere la valorizzazione dell’enorme massa documentaria sulla Resistenza. Costituito da un réseau composto da centinaia di persone (insegnanti, archivisti, storici, studenti e rappresentanti delle associazioni), il portale ospita più di 55000 documenti tra lettere, giornali, filmati audio e audiovisivi, manifesti, migliaia di schede tematiche e bibliografiche. Il Musée de la Résistance en ligne si rivolge al grande pubblico, a coloro che sono animati dal desiderio di trasmettere la memoria resistenziale al maggior numero possibile di utenti (in particolare vi è uno spazio apposito per un pubblico scolare con laboratori/atelier pedagogici).
Gli animatori del progetto ambiscono a restituire la Resistenza ai territori che hanno conosciuto l’occupazione e ne conservano memoria; l’intento è quello di salvaguardare un ricco patrimonio collettivo che rischia di essere perduto a seguito della sparizione degli stessi protagonisti e del pericolo che le tracce della memoria resistenziale scompaiano irreversibilmente dalla quotidianità. La cifra del Musée de la Résistance en ligne è il suo carattere interattivo e in continua espansione: gli utenti possono interagire con i contenuti in linea intervenendo per modificare un pannello espositivo e donando testimonianze, fondi archivistici e documentari. La dimensione digitale consente di trasmettere la memoria della Resistenza a un pubblico vasto, non limitato ai soli addetti ai lavori. I documenti inseriti negli spazi espositivi sono contestualizzati e commentati all’interno di percorsi virtuali («Cheminements virtuels»).
Al suo interno il Musée virtuel è ripartito in cinque sezioni: “Expositions”, “Base médias”, “Outils et ressources”, “Base personnes”, “Espace pédagogique CNRD”. Dalla sezione Expositions è possibile accedere alle mostre virtuali attraverso mascherine di ricerca a menu a tendina (“Localisation”, “Personnes/organisation”, “Thème”). Nella sezione Base médias un motore di ricerca consente di individuare non solo i documenti presentati negli spazi espositivi ma anche quelli che non lo sono. La sezione Outils et ressources funge da sala di consultazione di risorse inerenti la storia della Resistenza prodotte da musei, associazioni, fondazioni, centri d’archivio ma anche da singoli individui, che spesso sono poco note al di fuori dei ristretti circoli di specialisti. La ricerca di queste risorse è resa agevole grazie ad una ripartizione delle stesse in alcune categorie (“Ressources méthodologiques” distinte in storiche, giuridiche e tecniche; “Ressources bibliographiques et multimédia”; “Sources et fonds d’archives”). Infine nella sezione Outils et ressources vi è spazio per un annuario dei musei della Seconda Guerra Mondiale.
La sezione “Base personnes”, ancora in fase di costruzione, si propone di recensire i resistenti in una banca dati (grazie alla realizzazione di CD-ROM, l’AERI ha stilato una lista di nomi che ad oggi ammonta a circa 50000 combattenti). Infine la sezione Espace pédagogique CNRD offre la possibilità di pubblicare articoli in forma di blog sulla Resistenza, compresi video, audio e foto. Cliccando su “Publier votre article” si accede alla richiesta di compilare un formulario. Terminata la procedura il documento, dopo essere stato sottoposto all’approvazione del moderatore, può essere pubblicato.
I siti qui illustrati dimostrano come la rete concorra a democratizzare l’uso pubblico della storia. La public digital history implica una riflessione critica degli storici su se stessi: se l’uso pubblico della storia veniva fatto rientrare nella storia dall’alto – che è quella dei “vincitori” – con l’avvento del digitale il concetto di egemonia nella trasmissione di storia risponde a nuovi scenari: si assiste ad un processo di superamento dei tradizionali modelli di organizzazione del sapere storico. Si affacciano sulla scena nuovi produttori di storia, che si muovono tra divulgazione e produzione scientifica.
La digital public history è un invito a superare la visione dicotomica che vede gli storici impegnati esclusivamente negli ambiti accademici. Nei siti presi in esame la visione mitica del passato è evitata proprio grazie al fatto che i contenuti vengono validati dal contributo degli storici che mettono in campo le proprie competenze in modo da ridurre lo spazio del mito a favore di quello consacrato alla divulgazione. Spazio ideale nel quale trovare un punto d’incontro fra storia accademica e patrimonio storico comune.