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Il Portale “Sapienza 1938”: un progetto d’archivio in open access, tra storia e didattica

Il Portale “Sapienza 1938”: un progetto d’archivio in open access, tra storia e didattica

L’home page del portale “Sapienza 1938”

Abstract

Nel 1938, i docenti dell’Università di Roma, al pari di quelli degli altri atenei italiani, furono colpiti dalle leggi antiebraiche emanate dal regime fascista di Mussolini. L’articolo analizza la politica razzista nell’Università della capitale a partire dai risultati ottenuti dal portale Sapienza 1938. Il progetto, frutto di numerose ricerche, raccoglie e condivide dal 2023 in open-access la documentazione rintracciata nell’Archivio Storico Sapienza, integrata con quella di altri enti pubblici. Dopo aver ricostruito le fonti disponibili sulla piattaforma e i problemi storiografici da esse sollevati – in particolare la costruzione del razzismo fascista nell’ateneo romano e l’impatto delle norme antiebraiche sul corpo docente – il contributo si concentra sulle iniziative didattiche e di disseminazione in cui la piattaforma è stata impiegata, mostrandone l’efficacia e le potenzialità nell’intervenire nel contesto pubblico e pedagogico.

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In 1938, professors at the University of Rome, like those at other Italian universities, were affected by the anti-Jewish laws enacted by Mussolini’s fascist regime. The article analyses the racist policy in the capital’s university from the results of the Sapienza 1938 portal. The project, the result of extensive research, collects and shares since 2023 in open-access the documentation found in the Sapienza Historical Archive, supplemented with that of other public bodies. After reconstructing the sources available on the platform and the historiographical issues raised by them – in particular the construction of Fascist racism in the Roman university and the impact of anti-Jewish norms on the teaching staff – the contribution focuses on the didactic and dissemination initiatives in which the platform has been used, showing its effectiveness and potential in intervening in the public and pedagogical context.

double blind peer review double blind peer review Questo articolo è stato sottoposto a revisione in doppio cieco (double blind peer review)

Le ricerche sulle leggi razziali. Il contributo presenta la piattaforma

Sapienza 1938,[1] frutto di un percorso di ricerca iniziato nel 2018 che ha coinvolto diversi studiosi con lo scopo di «censire, selezionare e rendere consultabile la documentazione relativa alla politica antisemita e all’espulsione degli ebrei dall’Università di Roma in conseguenza delle leggi razziali del 1938».[2] Questo ambizioso obiettivo è stato perseguito attraverso ricerche nell’Archivio Storico Sapienza, che costituisce la maggior parte del patrimonio confluito nella «banca dati, di facile consultazione, open access e in continuo arricchimento»;[3] inoltre sono stati condotti carotaggi in altri archivi per ampliare le conoscenze sul personale dipendente dell’ateneo romano.[4]

Il progetto si inserisce in un panorama di studi che ha ormai ricostruito la persecuzione degli ebrei durante l’Italia fascista.[5] Negli ultimi anni, con un ulteriore incremento a partire dall’80° anniversario dall’emanazione delle norme antiebraiche, il comparto educativo è stato tra i più esaminati. Sono stati ricostruiti i principali provvedimenti amministrativi del Ministero dell’Educazione Nazionale (d’ora in avanti MEN)[6] e proposte diverse ricerche dal basso, basate su documentazione proveniente dagli archivi delle istituzioni educative.[7] Limitandosi all’istruzione universitaria, quest’ultima è stata oggetto di attenzione a partire dagli anni Novanta, con i primi studi realizzati da Roberto Finzi e Angelo Ventura;[8] nel corso del tempo sono stati poi indagati i singoli atenei o realizzati studi di taglio comparativo, ricostruendo quasi tutto il contesto nazionale.[9] Soltanto nel 2023 sono stati pubblicati due volumi sulle persecuzioni antiebraiche negli atenei italiani: uno studio condotto da Emanuele Edallo sull’Università di Milano;[10] un volume complessivo, curato da Tommaso Dell’Era e David Meghnagi, che fornisce una prospettiva nazionale raccogliendo molteplici casi di studio.[11] Oltre alle ricerche, alcuni progetti, al pari di Sapienza 1938, hanno posto al centro la condivisione dei risultati in open access, come ad esempio il portale Intellettuali in fuga, progettato e diretto da Patrizia Guarnieri, che si occupa di un tema affine.[12] Una metodologia di lavoro che si confronta sempre più con l’apporto delle digital humanities alla ricerca storica soprattutto in termini di organizzazione e condivisione dei risultati scientifici, oltre che di interazione tra studiosi, tecnologie digitali e il pubblico.

Razzismo fascista nell’Università di Roma

Dal punto di vista scientifico, mancava ancora un lavoro complessivo sull’Università “La Sapienza” di Roma e il razzismo fascista, sebbene fossero già stati realizzati alcuni contributi.[13] Un vuoto significativo, specie se si considerano alcuni fattori: l’alto valore politico e simbolico dell’ateneo romano nel sistema propagandistico mussoliniano; la partecipazione decisiva dei docenti dell’università all’elaborazione teorica del razzismo e in particolare del Manifesto della razza;[14] l’importante numero di docenti e personale amministrativo espulsi poiché classificato di “razza ebraica”.

Sapienza 1938 ha colmato parte di questa lacuna, iniziando ad aprire in prospettiva anche a ricerche future, attraverso le fonti dissodate e rese disponibili all’interno del portale a tutti gli studiosi. Il materiale schedato consta principalmente della documentazione grigia presente nei fascicoli personali dei docenti e del personale tecnico-amministrativo espulso e di quella prodotta dallo stesso ateneo romano nell’espletamento delle funzioni burocratiche – come, ad esempio, il consiglio di amministrazione o i vari consigli di facoltà – e didattiche.

Le fonti raccolte, integrate da un’ampia bibliografia e da documentazione legislativa e a stampa,[15] costituiscono così una base necessaria per comprendere l’applicazione delle norme antiebraiche nell’ateneo romano e il suo impatto sia sul funzionamento amministrativo, sia sulle vite degli ebrei espulsi. Del resto,

l’attività di selezione, acquisizione e schedatura ha finora riguardato circa tremila documenti del fondo Ufficio del personale estratti dai fascicoli individuali di 67 soggetti (61 uomini e 6 donne) espulsi o allontanati dall’Università di Roma: 8 professori ordinari, 2 emeriti e un incaricato; 26 liberi docenti; 12 assistenti e aiuti di ruolo e incaricati; 15 assistenti e aiuti volontari; 2 lettori di lingue straniere; una tecnica,[16]

A partire da questi numeri, comunque soggetti a continue verifiche e nuovi approfondimenti, nel corso del contributo, pertanto, verranno presentati i risultati del progetto e la documentazione presente sul portale Sapienza 1938, utili sia per riflettere su diverse questioni delle persecuzioni antiebraiche, sia per illustrarne l’uso in iniziative didattiche e pubbliche. In merito a quest’ultimo aspetto, si propone una ricognizione delle iniziative di disseminazione pubblica in cui è stata utilizzata la piattaforma, mostrando come essa si riveli uno strumento particolarmente efficace per progetti didattici rivolti a studenti di diverse fasce d’età.

La Governance: il rettore Pietro De Francisci inaugura l’anno accademico del razzismo

Una prima questione riguarda il comportamento delle istituzioni – educative e non – nei confronti dell’applicazione delle norme antiebraiche. L’Archivio Sapienza, raccogliendo la documentazione prodotta dallo stesso ateneo e dai suoi organi, offre diversi spunti in questo senso, a cominciare dall’attività del suo rettore, Pietro De Francisci, figura centrale del regime fascista, soprattutto nella seconda metà degli anni Trenta, quando assume diversi ruoli e mansioni.[17] Il rettore peraltro partecipa alla diffusione stessa del razzismo fascista intervenendo in prima persona in alcuni contesti pubblici, come ad esempio in un incontro in cui «S. E. Il Prof. Pietro De Francisci, Rettore dell’Università di Roma, il 27 gennaio u. s. [1939], ha parlato a Palazzo Braschi sui problemi razziali».[18]

I documenti più interessanti collezionati dal portale riguardano il discorso con cui De Francisci inaugura l’accademico 1938-1939 e i relativi appunti preparatori. Proprio all’interno di quest’ultimi, accanto al numero degli iscritti all’Università di Roma o alle organizzazioni studentesche del fascismo, emergono alcune note relative ai docenti ebrei presenti nell’Università di Roma, quantificati in quel momento in 8 ordinari, mentre – come si legge dal documento –  «gli altri ebrei sono finora 73, ma il censimento non è finito»;[19] il numero degli espulsi è in realtà più basso, come detto in precedenza, perché alcuni ebrei misti non vengono considerati di razza ebraica dal complesso sistema classificatorio fascista.[20] Al di là delle statistiche raccolte, nel discorso di De Francisci si intravedono alcuni passaggi che sembrano mostrare il senso dell’intera operazione razzista. Intanto un riferimento ai colleghi allontanati dall’insegnamento a causa dell’applicazione delle leggi razziali, con il rettore che si esprime in questi termini:

E se noi in questo istante inviamo a loro un nostro pensiero, è perché siamo sicuri che anch’essi vorranno riconoscere le superiori ineluttabili ragioni nazionali del sacrificio che è stato loro richiesto.

Poi, in un altro passaggio del discorso, in riferimento alla politica razzista emanata dal fascismo, spiegandone le ragioni nell’ambito delle politiche educative e culturali, scrive:

Difendere la razza non significa soltanto conservare la purezza del sangue, ma insieme e soprattutto mantenere la chiarezza e il nitore, l’energia e la ricchezza, la saldezza e la vitalità della nostra anima italiana. Sicché, anche per questo lato, i diversi problemi di difesa razziale, che il Regime va risolvendo gradualmente secondo un suo piano organico, interessano noi per i primi ed a noi si presentano come un problema vasto e complesso di politica culturale.[21]

Come si accennava in precedenza, queste parole sono soltanto la punta di un iceberg che coinvolge l’amministrazione dell’ateneo nell’intero processo di censimento razziale, espulsione dei docenti ebrei e sostituzione degli stessi.

La Governance: Senato accademico, Consiglio d’amministrazione e di Facoltà

L’applicazione delle leggi razziali nei diversi settori chiama in causa un gran numero di persone, semplici cittadini o organi delle varie amministrazioni statali; soprattutto per la burocrazia italiana ai vari livelli – spesso criticata per la sua efficienza – diviene un’occasione per dimostrarsi operosa.>[22]

Tra le carte dell’Archivio Storico Sapienza troviamo diverse tracce del processo di arianizzazione dell’università nei diversi organi dell’ateneo. Spigolando, ad esempio, tra i verbali del Senato accademico, in particolare nella seduta del 22 ottobre 1938, è possibile osservare come vengano affrontate questioni relative al razzismo. Un primo tema è quello dei nuovi corsi d’insegnamento, firmati da Giuseppe Bottai e decretati con il Regio decreto-legge (d’ora in poi R.d.l.) 30 settembre 1938, n. 1652, Disposizioni sull’ordinamento didattico universitario. Dal verbale emerge come le singole facoltà propongano che «vengano inclusi i seguenti insegnamenti complementari», tra cui figurano «Demografia generale e comparata delle razze» nelle facoltà di Giurisprudenza e Scienze politiche oppure «biologia delle razze umane» nella facoltà di Medicina e Chirurgia o nel «corso di laurea in filosofia». Nella stessa seduta vengono inoltre già comunicati i sostituiti dei docenti ebrei espulsi, sempre facoltà per facoltà, a un mese e mezzo circa dall’emanazione del R.d.l. 5 settembre 1938, n. 1390, Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista, che disponeva tra le altre cose la sospensione dal servizio degli insegnanti classificati di “razza ebraica”. Il Senato accademico riporta un suo elenco, in cui figurano gli 8 ordinari espulsi, l’assistente di ruolo Nella Mortara, il «personale di nomina rettorale», gli assistenti «di ruolo, straordinario e volontario». Lo stesso Senato annota che l’elenco proposto, che consta soltanto di 22 nomi, «potrà essere integrato con i nomi di coloro che potranno essere considerati di razza ebraica secondo le Direttive del Gran Consiglio del Fascismo».[23]

Anche il Consiglio di amministrazione approva, pochi giorni dopo, il 26 ottobre 1938, la sostituzione dei docenti ebrei, affrontando gli stessi temi: introduzione di nuovi corsi di insegnamento, sostituzione e sospensione dei docenti ebrei, a cui si aggiunge la restituzione di un premio a Rosetta Castelnuovo, precedentemente assegnato in memoria del marito, un dato che mostra la pervasività di questi provvedimenti.[24]

Prima del Senato accademico l’applicazione delle norme razziste era stata condotta all’interno delle singole facoltà, come quella di Medicina e Chirurgia, che in due sedute – del 10 e del 17 ottobre 1938 – si occupa dei medesimi temi: nuovi insegnamenti e decadenza dei docenti.[25] A tal proposito, sarebbe sicuramente utile da condurre uno studio sistematico sulle singole facoltà dell’ateneo romano, anche per comparare i diversi atteggiamenti di fronte la campagna antiebraica e così comprendere le effettive possibilità d’azione.

 

La diffusione del razzismo: “Vita Universitaria”

Prima di osservare l’impatto delle norme antiebraiche sulle vite degli studiosi dell’ateneo romano è utile arricchire il quadro analizzando la diffusione del razzismo sulle colonne della rivista “Vita Universitaria”.[26] Dal punto di vista storiografico, diversi studi sulle università si sono soffermati sull’importanza dei periodici per ricostruire la vita degli atenei[27] o di alcuni segmenti – come l’attività propagandistica dei Gruppi Universitari Fascisti (GUF) –, poiché strumenti utili soprattutto a sopperire l’assenza di altre fonti.[28] A differenza della pubblicistica prodotta dai GUF, “Vita Universitaria” è espressione ufficiale della governance dell’ateneo romano e non delle associazioni studentesche, visto che nasce nel 1936 per volontà del rettore De Francisci.[29] La fonte è importante per due ragioni: da una parte, fornisce comunicazioni di carattere amministrativo utili a docenti e studenti, come ad esempio informazioni sulla vita accademica romana o riproduzione delle circolari ministeriali riguardanti le questioni amministrative, tra cui rientrano anche quelle legate a provvedimenti antiebraici; dall’altra, il periodico raccoglie dibattiti e contributi sui diversi temi del razzismo, dalle questioni scientifiche alle ripercussioni sull’università, sui suoi dipartimenti e sulle sue discipline, con alcuni docenti dell’ateneo romano che si espongono in prima linea, con toni e sfumature differenti. Limitandosi alla campagna razzista e antiebraica, a partire dal primo numero del 1938, “Vita Universitaria” ospita contributi di alcuni docenti dell’Università di Roma e aderenti al Manifesto della razza, fornendo prospettive differenti e spesso contrastanti. I redattori del documento sono tre professori ordinari, Nicola Pende,[30] Edoardo Zavattari,[31] e Sabato Visco,[32] esponenti della corrente nazional-razzista,[33] e due assistenti, Lino Businco[34] e, soprattutto. Guido Landra.[35] Quest’ultimo, assistente di antropologia all’Università di Roma, è stato incaricato di stilare il documento da Dino Alfieri, ministro della Cultura Popolare, dopo aver ricevuto da Mussolini – il quale ha avuto un ruolo determinate nella redazione del Manifesto della razza[36] – le direttive principali sul razzismo fascista.[37] Landra è, inoltre, il principale esponente del razzismo biologico tedesco in Italia. Come accennato, gli articoli riflettono sul razzismo italiano o sulle teorie, affrontando altresì le conseguenze sul sistema universitario italiano, mostrando pertanto gli scontri di potere, il «giro di vite» che il razzismo fascista ha imposto sulla cultura e sull’istruzione – per usare l’espressione di Gabriele Turi[38] –, così come le possibilità di carriera che si schiudono con le espulsioni dei docenti ebrei.

Al di là della riflessione sul razzismo, il 5 ottobre 1938 la rivista “Vita Universitaria” fornisce diverse informazioni di carattere burocratico, a partire dalle circolari ministeriali. È soprattutto il primo numero del suo terzo anno di vita a destare una certa impressione, con un titolo a caratteri cubitali: I Professori ebrei eliminati dalle Università. Spiccano due elementi. Il primo è la premessa dell’articolo, in cui si legge: «Il nostro elenco è il solo che possa far fede su quest’argomento: esso dovrà tuttavia essere integrato da alcuni nominativi per i quali sono in corso ulteriori accertamenti»; passaggio che mostra l’impegno attivo dell’ateneo nel processo di censimento. Il secondo è la lista degli ordinari espulsi dagli atenei italiani in applicazione dei Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola del 5 settembre 1938,[39] divisi per ateneo e disciplina. Tra gli ordinari espulsi sono presenti otto docenti dell’Università di Roma:

Almagià Roberto: O. di Geografia; Arias Gino: O. di Economia politica corporativa; Bachi Riccardo: O. di Politica economica e finanziaria; Cassuto Umberto: O. di Ebraico e lingue semitiche e semitiche comparate; Della Seta Alessandro: O. di Archeologia italico; Del Vecchio Giorgio: O. di Filosofia del diritto; Enriques Federigo: O. di Geometria superiore; Levi Civita Tullio: O. di meccanica razionale.

L’impatto delle leggi antiebraiche sul personale dell’ateneo romano non si limita ovviamente agli ordinari, ma coinvolge l’intero apparato didattico e amministrativo; dai fascicoli personali conservati nell’Archivio Storico Sapienza è possibile trarre spunti utili a iniziare a ripercorrere alcune questioni generali sulle norme antiebraiche.

Le persecuzioni antiebraiche nei fascicoli personali

I fascicoli personali dei docenti espulsi costituiscono la maggior parte della documentazione messa a disposizione dal portale Sapienza 1938, da cui emergono soprattutto la vita universitaria dei singoli e le questioni di carattere amministrativo o economiche insite nelle loro carriere; non mancano informazioni riguardanti l’attività didattica e scientifica, come la loro partecipazione – prima del 1938 – a convegni e lezioni, oppure il loro rapporto con altre istituzioni educative internazionali. In taluni casi è possibile leggere in filigrana alcuni elementi riguardanti le loro diverse identità, come ad esempio il rapporto, spesso variegato, con il regime fascista.

In questo contesto interessano soprattutto le scarne comunicazioni relative alle norme antiebraiche. Gli ordinari vengono dispensati dal servizio nel dicembre 1938, con il rettore che sostanzialmente inoltra la comunicazione ricevuta dal MEN.[40] Ai liberi docenti giunge successivamente, nel giugno del 1939, un avviso precompilato avente oggetto «la decadenza dall’abilitazione alla libera docenza», in cui viene indicata la disciplina insegnata e la motivazione razziale del provvedimento, basato sui R.d.l. del 15 e 17 novembre 1938.[41]

Al di là della mera applicazione delle norme, emergono alcune tracce relative alle singole risposte degli espulsi alle leggi razziali, le differenti strategie o situazioni di vita: chi decide di emigrare all’estero, come Nella Mortara (la cui vicenda è stata approfondita da Maria Grazia Betti),[42] che dal 1939 al 1941 emigra in Brasile; chi ottiene l’aiuto del Vaticano o dagli ordini religiosi, come Roberto Almagià[43] e Attilio Ascarelli o la stessa Nella Mortara durante l’occupazione nazista di Roma tra il 1943 e il 1944; chi rimane in Italia e vivrà sotto falso nome, come Aldo Neppi Modona e Alessandro Della Seta.

Proprio le vicende occorse a quest’ultimo aprono un’altra questione legata all’impatto delle persecuzioni antiebraiche nel loro lungo corso: la complessità del reintegro nel ruolo antecedente la dispensa dal servizio e l’espulsione dall’università, una questione che vede un andamento diverso tra ordinari e liberi docenti, con quest’ultimi implicati in vicende che avranno tempi più lunghi e dinamiche più complesse.[44] Una complessità anche umana, come mostra la vicenda dello stesso Della Seta, ordinario di etruscologia e archeologia italica, reintegrato a decorrere dal 1° giugno 1944, come gli viene comunicato con una lettera del 26 agosto 1944.[45] A quella comunicazione risponde in realtà la sorella Velia, come ci riporta una lettera del 1° settembre in cui scrive che il fratello «attualmente trovasi nelle terre non ancora liberate e perciò non ha potuto avere notizia della suddetta riammissione, né ringraziare personalmente».[46] Della Seta muore il 20 Settembre 1944 a Casteggio (PV), dove si è rifugiato con la moglie, senza presumibilmente sapere di essere stato reintegrato.

Le persecuzioni antiebraiche non riguardano soltanto la vita accademica degli studiosi e le loro traiettorie personali, ma come visto intersecano diverse questioni relative al rapporto complessivo tra regime, leggi razziali e istruzione. Un piccolo esempio è fornito dalle richieste, provenienti da alcune scuole medie-superiori, dell’appartenenza razziale di Roberto Almagià,[47] ordinario di geografia, di Federigo Enriques,[48] ordinario di geometria, e di Cesare Vivante,[49] ordinario di diritto commerciale, richieste legate alla circolare del MEN relativa al divieto di adottare libri di testo redatti da autori classificati dal regime di “razza ebraica”; volumi che circolano ampiamente all’interno delle scuole, in particolare quelli di Almagià e di Enriques.

Il legame con la scuola presenta altri aspetti. Diversi dei liberi docenti espulsi insegnano negli istituti romani: Maria Piazza, le cui vicende sono state anche ricostruite da Romana Bogliaccino nel suo volume sulle norme antiebraiche al liceo Visconti di Roma;[50] Aldo Neppi Modona, docente del liceo “Pilo Albertelli”, allora denominato “Umberto I”; Otto Rosenthal, il cui fascicolo personale presenta in realtà pochi documenti, ma attraverso l’intreccio con l’archivio del “Leonardo Da Vinci” di Roma apprendiamo che vi insegnava lingua tedesca, prima di essere deportato. Dalla digital library del CDEC è, infatti, possibile rintracciare dati sulla sua deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz, avvenuta il 30 gennaio 1944, a cui non è sopravvissuto.[51]

Sono soltanto esempi di casi di studio che mostrano comunque l’importanza di intrecciare la ricerca condotta negli archivi degli atenei con quelli preziosi degli istituti di istruzione inferiore, oltre che con altri archivi pubblici e privati.

Dalla ricerca scientifica alla disseminazione

La ricerca scientifica condotta dal gruppo di ricerca costituitosi attorno al progetto “Sapienza 1938”, proprio per la scelta delle modalità di condivisione delle fonti in open-access, ha inciso sullo spazio pubblico e didattico in diverse forme.

In vista del convegno previsto per il gennaio 2023 è stata realizzata e affissa nell’atrio dell’Aula magna del Rettorato una targa commemorativa dedicata «alle donne e agli uomini dell’Università di Roma vittime dell’applicazione delle leggi razziali del 1938, della persecuzione antiebraica e dell’indifferenza di tanti», svelata il 26 gennaio 2023.[52] Successivamente, oltre alle nuove acquisizioni documentarie, a partire dalla piattaforma Sapienza 1938 sono stati realizzati percorsi didattici al fine di trattare l’ampio tema delle persecuzioni antiebraiche fasciste, di cui si può trovare notizia sullo stesso portale.[53] I principali destinatari di queste iniziative sono stati gli studenti e le studentesse della Sapienza, con lezioni in diversi corsi dell’ateneo e uno specifico percorso di tirocinio (all’interno di lauree triennali e magistrali); inoltre, sono state realizzate iniziative specifiche per alcune classi di istituti superiori, come ad esempio il laboratorio di “Storia e Memoria” con l’Istituto Istruzione Superiore Leonardo da Vinci di Roma, che ha visto anche la valorizzazione e la riscoperta dell’archivio scolastico incrociato con quello della Sapienza; in particolare, i tirocini e i laboratori sono stati importanti per far entrare per la prima volta gli studenti in contatto con le fonti proprie dello studio della storia. Non sono mancate, inoltre, presentazioni e riflessioni sul portale in incontri destinati alla cittadinanza, soprattutto di Roma e della sua provincia, o a un pubblico di studiosi, con iniziative nazionali[54] e internazionali, come l’incontro tenutosi nel gennaio 2024 presso il Primo Levi Center di New York.[55]

Note conclusive

Quelli appena elencati sono soltanto alcuni esempi che testimoniano la vivacità di un progetto appena nato e ancora in fieri, da cui emergono alcune riflessioni.

Dal punto di vista storiografico bisogna sottolineare, accanto a quanto è stato fatto, ciò che resta da approfondire, sia con il materiale già raccolto, sia attraverso nuovi scavi archivistici, utili ad ampliare o completare le informazioni contenute nell’Archivio Storico Sapienza. Un esempio riguarda le traiettorie degli studenti ebrei – italiani e stranieri – dall’Università di Roma dopo l’emanazione delle norme, su cui persiste un ritardo proprio a causa della complessità di reperire il materiale documentario utile a indagare la vicenda;[56] così come resta da indagare il tema del reintegro dei docenti a seguito delle varie liberazioni, allargando la cronologia della riflessione oltre il 1938.

In questa sede, appare più proficuo riflettere sulle ricadute del progetto. Oltre alla raccolta e sistematizzazione dei risultati, facilitate dalle nuove tecnologie delle digital humanities, è infatti cruciale evidenziare i possibili usi e sviluppi della piattaforma Sapienza 1938. In un’ottica di costruzione partecipata delle conoscenze storiche, la condivisione dei materiali permette un confronto continuo con la comunità di studiosi e cittadini, che possono segnalare o addirittura condividere documentazione utile ad arricchire la banca dati del portale, proveniente anche ad esempio da archivi privati e familiari.

Inoltre, nel paragrafo precedente sono state illustrate le iniziative intraprese, dimostrando come il portale sia uno strumento adatto a percorsi didattici sia a livello universitario che di scuola secondaria di secondo grado, grazie all’interesse suscitato da un patrimonio archivistico così ricco e alla sua disponibilità in open access. In poco più di un anno dalla sua messa in rete, la piattaforma ha già rappresentato un buon punto di partenza (e si ritiene possa continuare a esserlo in futuro) per sviluppare percorsi, tirocini, PCTO e laboratori.

La possibilità di accedere alla documentazione archivistica riprodotta digitalmente costituisce uno strumento prezioso per far avvicinare in maniera concreta studenti e studentesse alla ricerca storica e ai suoi metodi, completando quanto apprendono dai manuali. Inoltre, le fonti presenti nella banca dati consentono agli insegnanti di immaginare diverse progettualità, da costruire ad hoc, anche integrando – laddove possibile – con la documentazione d’archivio del proprio istituto scolastico, messa in relazione con quella universitaria. Questi progetti possono spaziare dalla ricostruzione dei processi legislativi al comportamento delle istituzioni in risposta ad essi, dalla propaganda razzista all’impatto concreto sulle vite degli studiosi; nello specifico, proprio la ricostruzione delle biografie degli espulsi sembra suscitare un particolare interesse negli studenti e nelle studentesse.

In generale, i percorsi ipotizzabili a partire dalle fonti del portale Sapienza 1938 si rivelano utili sia per comprendere il fenomeno storico del razzismo e dell’antisemitismo durante il Ventennio fascista, sia per osservare la sua persistenza nella nostra società e nel nostro spazio pubblico, coinvolgendo attivamente la popolazione scolastica in questo processo.[57] Tale documentazione si dimostra dunque utile ad avvicinare gli studenti alla storia come strumento di sensibilizzazione critica e di riflessione su questioni estremamente attuali, quali il razzismo, la discriminazione, l’indifferenza e, al contrario, la solidarietà e la costruzione della cittadinanza.

 


Note:

[1] Il 26 gennaio 2023, presso l’aula Organi Collegiali della Sapienza Università di Roma, si è svolto il convegno L’Università di Roma e le leggi razziali del 1938, nell’ambito dell’iniziativa è stato presentato al pubblico il portale. È possibile consultare il programma dell’incontro al link https://news.uniroma1.it/26012023_1130. Simone Vidal ( Questo contributo rielabora però l’intervento Le carte d’archivio del 1938: le leggi razziali all’Università La Sapienza (storia e ideazione del portale), tenutosi il 20 novembre 2023 in una giornata di studi e di formazione docenti di ogni ordine e grado, intitolata “Gli archivi scolastici. Storia di idee ed esperienze: conservazione, utilizzi, ricerche”, presso la Casa della Memoria e della Storia di Roma, a cura di Silvia Morganti dell’IRSIFAR, dentro un quadro complesso di questioni. Per dettagli sull’iniziativa https://www.irsifar.it/2023/11/13/gli-archivi-scolastici-giornata-di-studi-20-novembre/.

[2] Alla realizzazione del progetto, guidato da Umberto Gentiloni e sostenuto dalla Fondazione Museo della Shoah, hanno partecipato Marco Di Maggio; Serena Di Nepi; Federico Goddi; Manuele Gianfrancesco; Vincenza Iossa; Nica La Banca; Stefano Mangullo. A supporto del progetto di ricerca, Alicubi ha messo a disposizione la piattaforma web Tracce MTDB, sviluppata a partire dal 2020, ecosistema digitale dove raccogliere, organizzare, condividere i documenti e sottoporli a sempre nuove possibilità di interrogazione (ambiente di lavoro) per far crescere e produrre nuova conoscenza (ambiente pubblico).

[3] Come si legge nella descrizione del progetto https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/progetto.php .

[4] Per visionare gli altri archivi consultati: https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/documenti_sc.php?sid=0  [ultimo accesso 5 giugno 2024].

[5] Per una ricostruzione generale della persecuzione degli ebrei in Italia si vedano soprattutto i lavori di Michele Sarfatti: M. Sarfatti, Gli ebrei nell’Italia fascista: vicende, identità, persecuzione, Einaudi, Torino, 2018; M. Sarfatti, Mussolini contro gli ebrei: cronaca dell’elaborazione delle leggi del 1938 Zamorani, Torino, 2017; i lavori sopracitati integrano la prima pioneristica ricostruzione di R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, prefazione di Delio Cantimori Einaudi, Torino, 1962. Si segnala inoltre E. Collotti, Il fascismo e gli ebrei: le leggi razziali in Italia, Laterza, Roma, 2004.

[6] A. Capristo, Il decreto legge del 5 settembre 1938 e le altre norme antiebraiche nelle scuole, nelle università e nelle accademie, in “Rassegna mensile di Israel”, 2007, 2; M. Sarfatti, La persecuzione antiebraica fascista nelle scuole e nell’università, in “Rivista di storia dell’educazione”, 6, 2019, 2, pp. 11-30. Per una riflessione sulle circolari applicative del razzismo: S. Gentile, La legalità del male. L’offensiva mussoliniana contro gli ebrei nella prospettiva storico-giuridica, Giappichelli editore, Torino, 2013.

[7]  Prendendo in considerazione soltanto l’istruzione non universitaria, alcuni esempi significativi sono: V. Cinquini, M. Minelli (a cura di), Con la massima sollecitudine: a scuola nell’anno delle leggi razziali, CLUEB, Bologna, 2000; R. Ansani (a cura di), I banchi vuoti: il liceo Ariosto e le leggi razziali del 1938, Liceo classico L. Ariosto, Ferrara, 2004; Liceo classico e linguistico statale Vincenzo Gioberti, Non dimenticare: le conseguenze delle leggi razziali del 1938 al liceo Gioberti, Torino, 2018; L. Coci, I. Mariconti, La scuola lodigiana di fronte alle leggi antiebraiche, ILSRECO, Lodi, 2019. M. T. Sega, Il banco vuoto: scuola e leggi razziali: Venezia 1938-45, Cierre, Sommacampagna, 2019; R. Bogliaccino, Scuola negata: le leggi razziali del 1938 e il liceo E. Q. Visconti, Biblion, Milano, 2021; S. Benussi, A. Di Fant (a cura di), Razzismo in cattedra: il liceo F. Petrarca di Trieste e le leggi razziali del 1938, EUT, Trieste, 2021; P. Baldi, E. Palumbo, G. Piazza, Foto di classe senza ebrei: archivi scolastici e persecuzione a Milano (1938-1943), Biblion, Milano, 2022.

[8] A. Ventura, La persecuzione fascista contro gli ebrei nell’università italiana, in “Rivista storica italiana”, n. 1, 1997, pp. 121-197; R. Finzi, L’università italiana e le leggi antiebraiche, Editori riuniti, Roma, 1997.

[9] Per quanto riguarda le ricostruzioni generali: V. Galimi, G. Procacci (a cura di), Per la difesa della razza: l’applicazione delle leggi antiebraiche nelle università italiane, Unicopli, Milano, 2009. Per quanto riguarda gli studi locali per Bologna: D. Mirri, S. Arieti, La cattedra negata: dal giuramento di fedeltà al fascismo alle leggi razziali nell’Università di Bologna, CLUEB, Bologna, 2002; G. P. Brizzi, Diaspore: l’Università di Bologna davanti alle leggi razziali, CLUEB, Bologna, 2014. Per Pisa: F. Pelini, I. Pavan, La doppia epurazione: l’Università di Pisa e le leggi razziali tra guerra e dopoguerra, il Mulino, Bologna, 2024 (I ed. 2009). Per Torino: V. Graffone, Espulsioni immediate: l’Università di Torino e le leggi razziali, 1938, Zamorani, Torino, 2018. Per Bari: D. Hoxha, F. Mastroberti, Storie interrotte: i docenti dell’Università di Bari e le leggi antiebraiche, Il Mulino, Bologna, 2021.

[10] E. Edallo, Il razzismo in cattedra: l’Università di Milano e la persecuzione degli ebrei (1938-1945), presentazione di Massimo Castoldi; prefazione di Michele Sarfatti, Donzelli, Roma, 2023.

[11] T. Dell’Era, D. Meghnagi (a cura di), Perché di razza ebraica: il 1938 e l’università italiana, vol. 1, Il Mulino, Bologna 2023. È in uscita il secondo volume che prevede un contributo sull’Università di Roma.

[12] https://intellettualinfuga.com/ [Ultimo accesso 5 giugno 2024].

[13] Un primo contributo è giunto da T. Dell’Era, “Because of the Jewish race”: The application of the 1938 anti-Semitic racist legislation at the University of Rome, in “Trauma and Memory”, n. 2, 2019, pp. 71-83.

[14] In particolare, sette dei dieci firmatari provengono dall’Università di Roma: Lino Businco, Guido Landra, Nicola Pende, Marcello Ricci, Franco Savorgnan, Sabato Visco e Edoardo Zavattari.

[15] Rintracciabile a questo link: https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/pubblicazioni.php

[16] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/progetto.php; i risultati sono comunque in constante aggiornamento.

 [17] Per i ruoli ricoperti da De Francisci si veda: G. Turi, Lo stato educatore. Politica e intellettuali nell’Italia fascista, Laterza, Roma, 2002, pp. 126 e 132.

[18] Vita culturale, in “Vita Universitaria”, n. 9, 5 febbraio 1939, p. 7.

[19] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=24451 [ultimo accesso 13 giugno 2024].

[20] Si rimanda all’articolo 8, e in particolare al comma d, del R. d. l. 17 novembre 1938, n. 1728, Provvedimenti per la difesa della razza italiana, con cui vengono definiti gli appartenenti alla “razza ebraica”.

[21] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=24451 [ultimo accesso 13 giugno 2024].

[22] F. Levi (a cura di), L’ebreo in oggetto: l’applicazione della normativa antiebraica a Torino, 1938-1943, Zamorano, Torino, 1991, pp. 7-8; I. Pavan, Le conseguenze economiche delle leggi razziali, Il Mulino, Bologna, 2022, p. 13.

[23] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=24595 [ultimo accesso 13 giugno 2024].

[24] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=24591 [ultimo accesso 13 giugno 2024].

[25] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=27504 [ultimo accesso 13 giugno 2024]; https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=27506 [ultimo accesso 13 giugno 2024].

[26] Per un approfondimento sul tema si veda M. Gianfrancesco, “Vita Universitaria”: la rivista dell’ateneo romano tra accademia e razzismo (1938-1939), in “Storia e Politica. Annali della Fondazione Ugo La Malfa, XXXVII, 2022, pp. 95-110.

[27] Si veda ad esempio l’uso de “Il Bò” in G. Simone, A. Mansi, Alla prova della contemporaneità: intellettuali e politica dall’Ottocento a oggi, Donzelli, Roma, 2021.

[28] Come ha sottolineato Simone Duranti lavorando sui GUF, sebbene le ricerche sulle leggi antiebraiche abbiano chiarito molti aspetti, permangono alcuni vuoti, tra cui individua proprio: «lo studio della propaganda attraverso la stampa». In Simone Duranti, Lo spirito gregario: i gruppi universitari fascisti tra politica e propaganda (1930-1940), prefazione di Enzo Collotti, Donzelli, Roma, 2008, pp. 311-312.

[29] Università di Roma La Sapienza, Archivio Generale (URSAG), Consiglio di amministrazione, Verbali, Vol. 15, Seduta del 13 maggio 1943, p. 139.

[30] N. Pende, Noi e gli altri nella difesa della razza, in “Vita Universitaria”, n. 1, 5 ottobre 1938, p. 3.

[31] E. Zavattari, Politica ed etica razziale, in “Vita Universitaria”, n. 1, 5 ottobre 1938, p. 3.

[32] S. Visco, Le Università di fronte ai problemi della razza e dell’autarchia, in “Vita Universitaria”, n. 16, 20 maggio 1939, p. 2.

[33] La definizione dei vari razzismi italiani proviene da M. Raspanti, I razzismi del fascismo, in Centro Furio Jesi (a cura di), La menzogna della razza: documenti e immagini del razzismo e dell’antisemitismo fascista, Grafis, Bologna 1994.

[34]  L. Businco, Spunti scientifici del problema delle razze, in “Vita Universitaria”, n. 2, 20 ottobre 1938, p. 4.

[35] G. Landra, Gli assistenti universitari e il razzismo, in “Vita Universitaria”, n. 2, 20 ottobre 1938, p. 4.

[36] R. Maiocchi, Scienza italiana e razzismo fascista, La Nuova Italia, Scandicci, 1999, p. 227.

[37] Sarfatti, 2017, p. 30.

[38] Turi, 2002, p. 126.

[39] R. d. l. del 5 settembre 1938, n. 1390, Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista.

[40] Un esempio è tratto dal fascicolo personale di Robertà Almagià https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=26897 [Ultimo accesso 13 giugno 1938].

[41] È possibile osservare un esempio della missiva nel fascicolo personale di Nella Mortara https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=24890 [Ultimo accesso 13 giugno 1938].

[42] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/percorso.php?id=112 [Ultimo accesso 11 giugno 2024].

[43] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=26810 [Ultimo accesso 11 giugno 2024]. Per approfondire la figura di Almagià si veda il contributo di Federico Goddi: https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/percorso.php?id=103 [Ultimo accesso 11 giugno 2024].

[44] Anche in questo caso appare interessante la documentazione relativa a Nella Mortara, presente nel fascicolo personale conservato presso l’Archivio Storico Sapienza: https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=24891; https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=24892; https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=27602; [Ultimo accesso 15 giugno 2024].

[45] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=24507 [Ultimo accesso 11 giugno 2024].

[46] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=24506 [Ultimo accesso 11 giugno 2024].

[47] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/p_dettaglio.php?id=3541 [Ultimo accesso l’11 giugno 2024].

[48] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=26593 [Ultimo accesso 11 giugno 2024].

[49] https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/d_dettaglio.php?id=26692 [Ultimo accesso 11 giugno 2024].

[50] R. Bogliaccino, Scuola negata. Le leggi razziali del 1938 e il liceo «E. Q. Visconti», Milano, Biblion, 2021.

[51] https://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-6569/rosenthal-otto.html [Ultimo accesso 11 giugno 2024].

[52] https://news.uniroma1.it/26012023_1130 [Ultimo accesso 11 giugno 2024].

[53]  https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/notizie.php [ultimo accesso 11 giugno 2024].

[54] I risultati conseguiti nel progetto di costruzione del portale sono stato discussi l’8 aprile 2024 presso la Fondazione CDEC di Milano, nell’ambito dell’incontro Jewish studies. La rinnovata attenzione del mondo della ricerca per la cultura e la storia ebraica in Italia (https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/dettaglio_notizia.php?id=17&rf=); inoltre, il 12 aprile, presso il dipartimento Saras della Sapienza Università di Roma, all’interno di un più ampio convegno sulle espulsioni nelle università, sono state approfondite sia le ultime ricerche nei diversi atenei italiani, sia le progettualità realizzate negli ultimi anni. Per un programma del convegno si veda: https://1938-sapienza-leggirazziali.it/Sito/dettaglio_notizia.php?id=18&rf= [Ultimo accesso 12 giugno 2024].

[55] https://primolevicenter.org/events/the-racial-laws-at-the-university-of-rome-la-sapienza/ [Ultimo accesso 12 giugno 2024].

[56] Come recentemente notato da Valeria Galimi, manca uno studio completo sui percorsi degli studenti espulsi a seguito dell’emanazione della normativa antiebraica. V. Galimi Sotto gli occhi: la società italiana e le persecuzioni contro gli ebrei, Le Monnier Università-Mondadori Education, Firenze, 2018, p. 145.

[57] A Roma il Comune ha intrapreso – ad esempio – un progetto di Topografia che ha coinvolto le scuole nello scegliere le intitolazioni di alcuni luoghi, suggerendo tra i nomi alcune persone espulse dall’Università e dalle scuole a causa delle leggi razziali, a sostituire i nomi di firmatari del Manifesto della Razza o delle Leggi Razziali. Conoscere le biografie per poter effettuare tali scelte è stato essenziale; disporre di documenti può favorire una maggiore consapevolezza. Tale pratica potrebbe essere applicata anche a livello nazionale.