2 giugno, la nascita della Repubblica e la bella politica
Una nota di Lelio Basso del 1967 Il partito socialista e il referendum istituzionale (http://www.italia-resistenza.it/wp-content/uploads/ic/RAV0068570_1967_86-89_04.pdf) uscito in Il movimento di liberazione in Italia n. 86, ci permette di riflettere su alcuni temi centrali per la comprensione della storia dell’Italia contemporanea, sul ruolo e le caratteristiche che le sinistre hanno avuto a partire dal momento resistenziale. Ancor di più fornisce l’occasione perfetta per porre obiettivi imprescindibili nella didattica volta alla costruzione delle coscienze civili e politiche, in un momento come questo, segnato da una radicata sfiducia nelle istituzioni democratiche e nei confronti dell’esercizio della sua più alta manifestazione, il voto.
La questione istituzionale dal ’43 al ’46 nella testimonianza di Lelio Basso
Nella nota, Lelio Basso racconta da protagonista il complesso snodarsi della questione istituzionale a partire dal 1943, questione aspramente dibattuta che lo vede dal ’45 unico propugnatore del referendum all’interno della sinistra, convinta sostenitrice che la scelta istituzionale spettasse all’Assemblea costituente. Con una prosa chiara ed elegante ripercorre le tappe salienti del percorso difficile e insidioso dell’idea di Repubblica e di coloro che ne sostenevano la portata profondamente innovativa e rivoluzionaria, mente pian piano si va sfaldando quell’unità di intenti e si delinea il gioco delle dinamiche ideologiche e politiche, dentro logiche interne ed internazionali. Dalla sua visione emerge tutta la difficoltà di un momento cruciale in cui le forze coinvolte furono molteplici e variegate, e nella limpida prospettiva storica, tracciata a distanza di vent’anni da quei fatti, traluce ancora la passione politica e la tensione morale, l’orgoglio di una partita vinta, quella della restituzione all’elettorato del diritto alla scelta cruciale del futuro assetto del Paese.
La complessità del quadro storico
Si delinea dunque con precisione e franchezza intellettuale la disamina degli eventi interni alle linee di sviluppo del processo storico che portò alla scelta dello strumento referendario: dal quadro generale emerge la posizione dei partiti di sinistra che si erano espressi all’interno dei CLN riuscendo con fatica a far valere il comune sforzo della guerra di Liberazione come momento unificante sulle differenze, a costo di laboriosi compromessi tesi alla realizzazione della Repubblica e della Costituzione. Dopo l’iniziale aspra condanna nei confronti delle collusioni fasciste della monarchia, la svolta di Salerno pone nuove prospettive e nuovi problemi. Il ruolo degli alleati inglesi ed americani, la partecipazione dei comunisti di Togliatti rientrato dall’URSS determinano il rinvio del problema istituzionale destinandolo ad una soluzione postbellica. Dopo il giugno ’44 con la liberazione di Roma il re dà vita alla luogotenenza per creare una distanza tra la monarchia e le responsabilità nei confronti del fascismo, la Chiesa controlla le masse cattoliche temendo svolte rivoluzionarie, e mentre progressivamente si assiste all’incrinarsi del fronte antifascista sul ruolo del Cln che ormai solo il Partito d’Azione vede come possibile attore della transizione, le sinistre esprimono la volontà di affidare alla Costituente la scelta della forma istituzionale. È dal 1945 che Lelio Basso, fino ad allora impegnato a Milano nella lotta di Liberazione, partecipa personalmente al dibattito tra le forze politiche sul referendum a cui democristiani e liberali erano favorevoli nell’ottica di affermazione di istanze moderate, più conservatrici e monarchiche. Qui si pone il centro della questione: per Basso il referendum non è un mero plebiscito, come lo vede il resto della sinistra, permeata da una mentalità parlamentare, ma un modo per affrontare subito e dal basso la soluzione dei problemi favorendo lo sviluppo della coscienza delle masse. Ecco che per lui il referendum si deve fare al più presto e soprattutto contestualmente alle elezioni per l’Assemblea Costituente.
Materiali per la didattica
Quale il senso di questi eventi oggi? Sicuramente comprendere sempre meglio le ragioni di una svolta ed avere consapevolezza del fatto che una data è divenuta il simbolo di un duplice atto fondativo dello Stato, determinato dalla libera volontà di donne e uomini in un momento in cui niente fu scontato, ma difficile e sofferto. Per avere una prospettiva più ampia si segnalano a tale proposito gli interventi di Massimo Legnani sempre su Italia Contemporanea che offrono ulteriori chiavi interpretative, (Massimo Legnani L’altalena istutuzionale.Monarchia e repubblica dal 1943 al 1946, dic. 1997 n.209 pp 209-218 http://www.italia-resistenza.it/wp-content/uploads/ic/RAV0053532_1997-1998_209-210_09.pdf e Massimo Legnani Resistenza e Repubblica. Un dibattito ininterrotto, dicembre 1998, n.213, pp.818-828)
Utile il confronto poi con alcune opere, come Guido Crainz Autobiografia di una Repubblica. Le radice dell’Italia attuale, Donzelli, Roma 2009; per non trascurare il fondamentale contributo di Claudio Pavone su La continuità dello Stato. Istituzioni e uomini in Alle origini della Repubblica. Scritti su fascismo, antifascismo e continuità dello Stato, Bollati Boringhieri, Torino 1995.
Strumento di agile utilizzo didattico è poi un filmato di Rai Storia che ripercorre con il fascino delle immagini d’epoca e gli interventi degli storici i giorni che dalla liberazione condussero al 2 giugno http://www.raistoria.rai.it/articoli/2-giugno-1946-nascita-della-repubblica/25029/default.aspx
Per un incrocio di punti di vista
Ma anche risulta fondamentale dare voce ai protagonisti, in quanto testimonianza diretta, portatori di un messaggio che costituisce un’eredità da indagare e interrogare, incrociare con altre testimonianze ed inserire in un quadro storico a cui gli studiosi hanno dato via via diverse chiavi interpretative. Lelio Basso, le sue parole, la sua personalità, il ruolo svolto nel mondo politico e culturale offrono vari spunti di analisi desumibili anche facilmente dalla rete: la ricca attività emergente dal sito della Fondazione Lelio e Lisli Basso (http://www.fondazionebasso.it/) da cui si ricavano notizie biografiche, cronologie (http://leliobasso.it/vita.htm) e molto altro, come il lavoro svolto dalla Scuola per la buona politica all’interno della sezione dedicata alla formazione della Fondazione (http://www.fondazionebasso.it/2015/formazione/scuola-politica/)
Per costruire poi una didattica di ottiche incrociate è utile anche il sito dell’Istituto Don Sturzo (http://digital.sturzo.it/) che tra i materiali più interessanti, riporta la trascrizione di una corrispondenza epistolare tra Don Sturzo e De Gasperi, utile per ombreggiare il quadro della complessità della posizione dei cattolici, stretti tra la diffidenza delle gerarchie ecclesiastiche nei confronti della possibile scelta repubblicana e la paura verso le posizioni antimonarchiche sturziane rese pericolose dal carisma del sacerdote reduce da un lunghissimo e sofferto esilio (http://www.sturzo.it/files/edu/cap4/1-4/Sturzo_DeGasperi_Carteggio.pdf)
Il punto di vista dal quale fare domande al passato è dunque quello di un oggi in cui tutto l’apparato istituzionale repubblicano sembra svuotarsi di significato e partiti e politica sembrano allontanarsi dal vissuto delle persone comuni.
È in questo contesto forse un’utopia accendere di nuovo la passione politica, ma vale ancora la pena tentare di fornire strumenti critici e di conoscenza ai ragazzi, almeno per indurli a riflettere e a chiedersi se è ancora possibile attraverso il voto, cambiare il mondo.