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Guerre balcaniche: lotta di liberazione o conquista?
Un laboratorio didattico
Introduzione e traduzione di Paolo Ceccoli
PREMESSA
LA STORIA CHE UNISCE I BALCANI OCCIDENTALI
(HISTORY THAT CONNECT THE WESTERN BALKANS)
Negli anni Novanta le guerre nei paesi dell’Ex-Jugoslavia mandarono totalmente in frantumi la vita sociale e politica della regione. Dopo la firma degli accordi di pace, la comunicazione e la reciproca comprensione dovevano assolutamente essere ricostruite.
Come insegnare la storia divenne perciò una sfida formidabile. Euroclio, Associazione europea degli educatori in campo storico, affrontò questa sfida nel 2003 promuovendo, insieme a professionisti dell’educazione storica serbi e croati, un progetto congiunto. Questo fu l’inizio del programma STORIA CHE UNISCE.
Il programma che punta al miglioramento dell’educazione storica in tutti i paesi dell’Ex-Jugoslavia, così come nella più ampia area dei Balcani occidentali, è indirizzato nel senso dell’educazione alla pace, alla democrazia, alla tolleranza e alla formazione del pensiero critico.
Gli educatori della regione, lavorando insieme per sviluppare materiali inclusivi e multiprospettici, sono stati capaci di trattare in maniera coordinata una storia particolarmente delicata e difficile da ricostruire.
Lo sviluppo dei materiali può essere inteso anche come un percorso per la costruzione delle competenze necessarie al pensiero storico ed usato come base per un approccio alternativo ai curriculum nazionali. In quest’ultimo quadro, infatti, si colloca la pubblicazione di Once upon a time…we lived together, un volume di 23 laboratori per l’insegnamento della storia della Ex-Jugoslavia nella prima metà del XX secolo.
Nei seminari di presentazione la pubblicazione, prima in inglese e poi nelle sette lingue locali (albanese, bosniaco, croato, macedone, montenegrino, serbo e sloveno) ha riscosso un notevole successo. Il testo, la cui edizione inglese è reperibile on line (www.euroclio.eu), è stato presentato in occasione della XX Conferenza annuale di Euroclio, associazione europea di educatori in campo storico, tenutasi dal 31 marzo al 5 aprile 2014 a Ohrid, in Macedonia.
Il laboratorio che qui traduciamo è tratto da quel volume e propone agli studenti italiani di affrontare il tema delle guerre balcaniche e della loro ricezione nell’opinione pubblica del tempo.
Le guerre balcaniche
Nei primi anni del Novecento la penisola balcanica era ancora in gran parte governata dall’Impero Ottomano.
Il grande impero islamico era tuttavia in grande crisi.
Da un lato, nel corso dell’Ottocento, il nazionalismo crescente all’interno delle popolazioni cristiane assoggettate, ma non solo, aveva generato cospicui movimenti centrifughi: la fragile indipendenza della Grecia, la sempre maggiore autonomia dei principati romeni, l’indipendenza della Serbia e del Montenegro, la nuova aggressiva autonomia della Bulgaria, una certa inquietudine tra le popolazioni arabe.
Dall’altro le élite turche avevano reagito alla crisi in maniera uguale e contraria. Nel tentativo di evitare il crollo di quello che i giornali dell’epoca chiamavano “il malato d’Europa”, un gruppo di ufficiali, i Giovani Turchi, aveva destituito nel 1909 il sultano Abdulhamit II, ostile ad ogni innovazione. Essi promossero la ripresa del movimento di riforma costituzionale all’occidentale che era già iniziato nel corso dell’Ottocento; misero sul trono un fratello del sultano, Maometto V, più favorevole alle riforme, e cercarono di realizzare una politica moderna senza però riuscire ad evitare contrasti e conflitti con alcuni gruppi organizzati fra le nazionalità non turche.
Fu in questo contesto che nacquero le guerre balcaniche e in un certo senso anche la Prima Guerra Mondiale, o almeno l’episodio che la scatenò.
Nonostante i tentativi di modernizzazione, l’Impero ottomano si rivelò, infatti, ugualmente molto debole. Nel 1908 non riuscì ad opporsi all’annessione unilaterale della Bosnia-Erzegovina da parte dell’Austria Ungheria, nel 1911/12 dovette subire l’invasione italiana di quella che diventerà successivamente la Libia. Infine, nel 1912/13, in circostanze avverse, perse la guerra contro una lega di stati balcanici. Sul piano interno, inoltre, negli stessi anni, il governo di Istanbul dovette far fronte a tentativi insurrezionali come quello macedone del 1903, represso nel sangue, che ne resero particolarmente complicata la situazione politica e la reputazione internazionale.
Gli eventi precipitarono nell’ottobre del 1912 quando l’esercito ottomano fu sconfitto dalle operazioni militari congiunte di Bulgaria, Serbia, Grecia e Montenegro. Dopo secoli il governo turco era stato quasi totalmente espulso dal territorio europeo. Già nel dicembre del 1912, dopo la firma di un primo armistizio, iniziarono a Londra, sotto l’egida delle grandi potenze dell’epoca, le trattative per risolvere il conflitto. I Giovani Turchi, insoddisfatti per la piega che stavano prendendo le trattative, imposero la ripresa della guerra nel febbraio del 1913. In aprile le ostilità cessarono di nuovo in modo sfavorevole per il governo del Sultano e la conferenza di Londra, dopo aver creato lo stato dell’Albania – che tuttavia non comprendeva tutti i territori abitati da albanesi – affidò alle trattative fra gli stati vincitori il compito di stabilire i reciproci confini. La Bulgaria, considerandosi insoddisfatta della piega presa dagli avvenimenti, attaccò nel luglio del 1913 la Grecia e la Serbia. Essa intendeva conquistare l’intera Macedonia, regione contesa fra i tre stati, nella quale era presente anche con un discreto movimento indipendentista. I Serbi e i Greci contrattaccarono simultaneamente e diedero occasione all’Impero ottomano di riprendere anch’esso le ostilità. In aggiunta la Romania, neutrale durante la Prima Guerra Balcanica, rivolse le sue armate contro la Bulgaria allo scopo di allargare i propri domini nella regione del delta del Danubio.
I Bulgari, accerchiati da tutte le parti, non ebbero altra scelta che domandare la pace, perdendo quasi tutte le conquiste che avevano ottenuto nel 1912. La Macedonia fu divisa quasi totalmente fra serbi e greci, la Tracia fu assegnata in gran parte alla Grecia e gli Ottomani riuscirono a riconquistare Edirne con la piccola regione della Tracia orientale che ancora oggi conosciamo come Turchia europea. Le ostilità si chiusero con il trattato di Bucarest del 10 agosto 1913, un anno prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Il laboratorio che presentiamo fornisce agli studenti l’occasione di conoscere e approfondire aspetti poco noti di questi importanti conflitti, mostrandoli da diverse e spesso contrastanti prospettive.
IL LABORATORIO
di Mire Mladenovski
- Domande chiave
- Le guerre balcaniche furono combattute come guerre di liberazione o di conquista?
- Quale fu il significato delle guerre balcaniche?
- Altre questioni che saranno affrontante nel modulo:
- Qual è la cronologia degli eventi?
- Quali aspettative e quali giustificazioni accompagnarono i conflitti?
- Come furono percepiti?
- Quali sono state le conseguenze delle Guerre balcaniche?
- Altre questioni che saranno affrontante nel modulo:
- Argomento
- Le Guerre Balcaniche (1912-1913), con un’attenzione speciale al ruolo di tutti i soggetti coinvolti nella guerra e in modo particolare alle loro aspettative e delusioni.
- Obiettivi di apprendimento
- Gli studenti:
- saranno capaci di porre gli eventi storici nella loro cornice temporale;
- svilupperanno il pensiero critico e la capacità di analisi delle fonti;
- impareranno a valutare gli eventi storici attraverso un approccio multiprospettico;
- riconosceranno le relazioni di quegli anni fra paesi e nazioni coinvolti, le loro speranze e delusioni durante le Guerre Balcaniche. Comprenderanno inoltre come quegli eventi influenzarono la vita dei popoli.
- Gli studenti:
- Finalità:
- acquisire una visione multiprospettica delle Guerre Balcaniche attraverso l’analisi di varie fonti;
- aprire una discussione sulle speranze e le delusioni suscitate dalle Guerre Balcaniche;
- familiarizzarsi con l’atmosfera politica durante le Guerre Balcaniche e cercare di spiegare le controverse reazioni agli eventi.
- Linee Guida per l’insegnante. Tempo 90 minuti in classe più lavoro a casa.
- Attività 1
- Lavoro di gruppo – Ogni gruppo riceve lo stesso materiale per realizzare una linea del tempo.
- Attività 2
- Lavoro di gruppo – analisi di diverse fonti e discussione.
- Attività 3
- Lavoro di gruppo – scrivere un articolo di giornale sulle Guerra balcaniche.
- Brainstorming sul termine “guerra”, tutte le idee degli studenti saranno segnate sulla lavagna;
- Il compito consiste nello scrivere a casa un articolo che contenga, sulla base dei documenti forniti, contenga tutti gli elementi scritti sulla lavagna.
- Lavoro di gruppo – scrivere un articolo di giornale sulle Guerra balcaniche.
- Attività 4
- Lavoro di gruppo – mettere in ordine, scegliere i documenti e discuterne nel tentativo di rispondere alle questioni chiave.
- Attività 1
Il compito consiste nel mettere in ordine cronologico sei eventi significativi correlati con le Guerra Balcaniche. Ogni evento deve comprendere la data, il titolo, il documento scritto e la fonte visiva che vi si riferisce.
Per ottenere questo risultato tutte le fonti dovrebbero essere ritagliate dal foglio di lavoro. Dopo il ritaglio dovrebbero essere messe in ordine su di un foglio bianco. Questo lavoro renderà possibile la realizzazione di una linea del tempo dei maggiori avvenimenti delle Guerre Balcaniche.
Questo è un lavoro di gruppo e ciascun gruppo ha il medesimo compito. Alla fine ciascun gruppo presenterà i risultati del proprio lavoro agli altri.
Titoli |
La Lega Balcanica |
Trattato di Londra |
Trattato di Bucarest |
Seconda Guerra Balcanica |
Prima Guerra Balcanica |
Indipendenza Albania |
Anni |
1912-1913 |
1912 |
1913 |
28 novembre 1912 |
30 maggio 1913 |
10 agosto 1913 |
Testi |
L’alleanza balcanica è costituita da una serie di trattati bilaterali fra gli stati balcanici, Bulgaria, Grecia, Montenegro e Serbia, diretti contro l’Impero Ottomano che all’epoca controllava ancora buona parte della penisola balcanica. |
I combattenti furono la vittoriosa Lega Balcanica (Serbia, Grecia, Bulgaria e Montenegro) e lo sconfitto Impero Ottomano. I rappresentanti delle grandi potenze furono Impero Britannico, Germania, Russia, Austria-Ungheria e Italia. |
Bulgaria, Grecia, Montenegro e Serbia attaccarono l’Impero Ottomano determinando, in sette mesi di campagna, dopo cinque secoli, la fine della dominazione ottomana della penisola balcanica. Il risultato della guerra fu il Trattato di Londra. |
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Nel Novembre 1912 a Vlore un’assemblea di 83 notabili dichiarò l’Albania uno stato indipendente. Secondo l’articolo II del Trattato di Londra, l’Albania sarebbe stata riconosciuta come uno stato autonomo sotto la sovranità del Sultano ottomano. |
La Bulgaria non fu soddisfatta della divisione del territorio macedone. Attaccò quindi gli eserciti alleati che contrattaccarono penetrando in Bulgaria. La Romania e l’Impero Ottomano colsero l’occasione per intervenire contro la Bulgaria e ottenere guadagni territoriali. La Bulgaria perse la maggior parte dei territori che aveva guadagnato con la Prima Guerra Balcanica. |
La Bulgaria aveva contestato senza successo la distribuzione operata dai suoi alleati dei territori presi ai Turchi durante la Prima Guerra Balcanica (1912-13). Secondo i termini del trattato alla Bulgaria venne garantita solo una piccola parte della Macedonia, una striscia costiera sull’Egeo, compreso il porto di Dedeağaç (Alessandropoli). Alla Serbia andò il nord e il centro della Macedonia, alla Grecia fu assegnata la Macedonia meridionale, mentre la Romania ebbe la Dobrugia meridionale. |
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Foto |
![]() “London Peace Treaty Signing 30 May 1913” by Unknown – scanned. Licensed under Public domain via Wikimedia Commons. |
![]() Ismail Qemali and his cabinet during the celebration of the first anniversary of independence in Vlorë on 28 November 1913 “28nentor” by Marubi – http://sq.wikipedia.org/wiki/ |
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Poster |
![]() “Balkan League poster” by Philly boy92 – Own work. Licensed under Public domain via Wikimedia Commons. |
![]() Cartolina di propaganda bulgara del 1912. In alto ci sono le immagini del Re del Montenegro Nikola Petrovic Njegos, del Re della Serbia Petar Karadjordjevic e dei sovrani di Bulgaria e Grecia, così come gli slogan patriottici serbi, bulgari e greci. I confini di Serbia e Montenegro sono in rosso, quelli della Grecia in blu, quelli della Bulgaria in verde – http://www.robinsonlibrary.com/ |
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Vignette/ |
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Il compito consiste nel cogliere, attraverso l’attento esame dei documenti, le ragioni della guerra (aspettative e giustificazioni). Una volta raggiunto l’obiettivo ciascun gruppo dovrebbe esporre di fronte agli altri i propri risultati e ne dovrebbe seguire una discussione.
Il primo gruppo lavora con mappe e statistiche.
Il secondo gruppo lavora con le vignette.
Il terzo gruppo lavora con i documenti ufficiali.
Il quarto gruppo lavora con i documenti non ufficiali.
Documenti per il gruppo 1
Documenti per il gruppo 2
Documenti per il gruppo 3
Ci sono due parti nel trattato di alleanza tra Bulgaria e Serbia. Una parte, l’alleanza difensiva tra gli stati contraenti, afferma che ciascuno stato si impegna “ a soccorrersi l’un l’altro con tutte le sue forze nell’eventualità che uno di loro sia attaccato da uno o più stati”. L’altra parte consiste in un protocollo segreto nel quale essi prendono accordi per una guerra contro la Turchia nell’eventualità che difficoltà interne o esterne dell’Impero Ottomano possano mettere in pericolo gli interessi nazionali di uno dei contraenti o l’equilibrio politico nel Balcani. Un importante aspetto di questa seconda parte consiste nell’accordo sulla spartizione territoriale dei territori conquistati dopo il successo di questa eventuale guerra. (…) alle regioni intermedie deve essere concessa autonomia. Se, comunque, entrambe le parti dovessero essere d’accordo sul fatto che tale autonomia non possa essere concessa, la regione andrebbe divisa fra di loro secondo le linee definite dal trattato, con l’eccezione di un futura regione intermedia lasciata indivisa e successivamente ripartita secondo l’arbitrato dello Zar di Russia.
Anderson, Frank Maloy and Amos Shartle Hershey, Handbook for the Diplomatic History of Europe, Asia, and Africa 1870-1914. Prepared for the National Board for Historical Service. Government Printing Office, Washington, 1918.
Manifesto al popolo bulgaro, 5 ottobre 1912
L’umano sentimento cristiano, il sacro dovere di aiutare i tuoi fratelli quando la loro stessa esistenza è minacciata e l’onore e la dignità della Bulgaria Mi hanno imposto di chiamare alle armi i figli del paese che sono pronti a difenderlo. La nostra causa è giusta, gloriosa e sacra. Con umile fede nella protezione e nell’aiuto di Dio Onnipotente, annuncio al popolo bulgaro che la guerra per i diritti umani dei Cristiani in Turchia è stata dichiarata. Ordino al coraggioso esercito bulgaro di invadere il territorio della Turchia! Insieme con noi contro il nostro mortale nemico e con lo stesso scopo, combatteranno le armi dei nostri alleati, i paesi balcanici – Serbia, Grecia e Montenegro. In questa lotta della Croce contro la Mezzaluna, della libertà contro la tirannia, avremo la simpatia di tutti i popoli che amano la giustizia e il progresso.
Kishkilova, Балканските войни.
5 ottobre, AL MIO POPOLO I sacri doveri che ci legano al nostro caro paese, ai nostri fratelli in schiavitù e all’umanità, chiedono che lo stato, dopo il fallimento dei pacifici tentativi assicurare diritti umani ai cristiani sotto la dominazione turca, prenda le armi allo scopo di mettere fine alle sofferenze che essi hanno patito per secoli. La Grecia, insieme ai suoi alleati, che sono ispirati dai medesimi sentimenti e legati dagli stessi doveri, intraprende la santa lotta della giustizia e della libertà per i popoli oppressi dell’Oriente. Il nostro esercito e la nostra marina, pienamente consci del loro dovere verso la Nazione e la Cristianità, consapevoli delle loro tradizioni nazionali e orgogliosi del loro valore e della loro superiorità morale, entrano pieni di fede nella lotta, pronti a versare il loro sangue onesto allo scopo di restaurare la libertà per i sudditi della tirannia. La Grecia, insieme ai suoi alleati, perseguirà questa causa sacra ad ogni costo, invocando l’aiuto di Dio in questa lotta di civiltà pienamente giustificata, noi gridiamo Viva la Grecia, Viva la Nazione.
Gardika-Katsiadaki, Margaritis, The Aegean
Miei cari Serbi, quello che non avrei mai pensato è accaduto. I Bulgari, i nostri fratelli nel sangue e nella fede, i nostri alleati, hanno iniziato contro di noi una guerra non dichiarata. Essi hanno versato il sangue dei loro fratelli, dei loro alleati e hanno ucciso in modo inumano i feriti. Essi hanno spezzato l’alleanza contratta con la spada e hanno distrutto l’amicizia e la fratellanza. È ormai otto giorni che sui campi di Ovce in Macedonia, sugli antichi confini della nostra patria, una feroce battaglia è in corso e sangue fraterno è versato. (…) I Bulgari hanno dimenticato il fraterno aiuto dei Serbi, il sangue versato e gli eroi caduti nei campi della Tracia! Essi hanno deriso l’ideale slavista e hanno mostrato un esempio repellente di ingratitudine e avidità. Facendo così i Bulgari mi hanno ferito profondamente, hanno ferito i miei onesti sentimenti slavisti. Possa la responsabilità per questo crimine contro gli Slavi e il genere umano ricadere su chi l’ha commesso. E quale scopo? Perché essi non vogliono discutere pacificamente la disputa sulla divisione! (…) Possa Dio Onnipotente e la fortuna degli eroi essere d’aiuto per i miei cari soldati in questa triste guerra necessaria per cause di forza maggiore. Belgrado, 25 giugno 1913 Re Pietro I (firmato)
27 luglio 1913 Montenegrini! (…) schiacciato dalle vittorie acquisite e dalla gloria dei suoi alleati, il nostro quarto compagno ha voluto impadronirsi con la forza di ciò che abbiamo conquistato insieme, incurante della giustizia di Dio e del paterno giudizio dello Zar nostro patrono. (…) i Bulgari, malguidati, si sono distaccati dal nostro gregge slavo (…) hanno attaccato i loro fratelli e alleati. I avrebbero dovuto evitare di usare le stesse armi e avrebbero dovuto essere capaci di rispettare gli interessi reciproci e la solidarietà slava. Queste decisione pesa molto duramente sul mio cuore, perché un braccio deve essere tagliato usando un braccio, non possiamo fare altrimenti. La mia anima è sopraffatta dalla tristezza perché devo incoraggiarvi a respingere con il vostro valore gli attacchi bulgari, ma io mi auguro che, quando l’angelo della pace allargherà le sue ali sui Balcani, l’albero dell’unità slava, rinnovato e forte, crescerà dal nostro sangue slavo mescolato.
Firmato Nikola Cettigne, 27 luglio 1913 Balkanski rat u slici i reči 23, 14 (27) July 1913.
Documenti per il gruppo 4
– Skopje, 14 ottobre 1912 La sezione del Comitato di “Salvezza” di Skopje e la “Società nera” hanno tenuto una riunione di emergenza sul tema: la Turchia porterà la guerra; come potremo salvare l’Albania?
- Sono state prese le seguenti decisioni:
- mandare un proclama alle Grandi Potenze;
- formare un gruppo di delegati per rompere l’accordo dei montanari di Scutari con il Montenegro;
- questa delegazione avrà il compito di unificare le regioni albanesi allo scopo di salvare il paese dal pericolo di essere diviso in varie parti.
Il proclama, firmato il 16 ottobre 1912 dalla Società Nera stabilisce che: come rappresentante del popolo albanese la Società è onorata di informarvi che il popolo albanese non sta combattendo per rafforzare la dominazione turca nei Balcani quanto piuttosto per impadronirsi dell’intero territorio albanese. Perciò, qualunque possa essere l’esito della guerra, gli Albanesi non ammetteranno nessun’altra forma di amministrazione che quella di un unico governo.
Akte të Rilindjes Kombëtare Shqiptare, pp. 255-256.
Naturalmente la Macedonia fu la terra verso la quale tutti i desideri e le simpatie della borghesia bulgara furono dirette. Da quel momento in poi la borghesia non sarebbe più stata separabile dalla sua ossessione di “liberare” la Macedonia. Anzi, più il capitalismo si sviluppa e più il desiderio patriottico per la Macedonia veniva incitato.
…la Macedonia divenne il pomo della discordia fra i popoli balcanici. I grandi stati capitalistici suscitavano l’appetito dei loro popoli verso la Macedonia in modo tale da poterli indebolire e disunire ancora di più. Essi raggiunsero i loro obbiettivi sia attraverso i loro intrighi fra i piccoli stati della penisola balcanica, sia attraverso l’incitamento pianificato delle ostilità nazionali all’interno della Macedonia stessa.
…Noi Socialdemocratici, perciò, non possiamo chiederci a chi dovrebbe andare la Macedonia, perché non possiamo essere d’accordo che appartenga alla Serbia, alla Bulgaria o alla Grecia, nemmeno che sia divisa fra quegli stessi stati… L’unica visione corretta che noi Socialdemocratici sosteniamo è: Libertà e non oppressione, uguaglianza e non subordinazione di tutte le nazioni. Tutto ciò può essere raggiunto non attraverso la conquista della Macedonia da parte della Bulgaria, della Serbia o della Grecia e con la spartizione fra di loro, ma con la piena libertà della popolazione macedone, costituita come un membro alla pari degli altri all’interno della Federazione Balcanica. Naturalmente lo stesso ragionamento di applica alla Tracia e all’Albania.
Historical Archives of Belgrade CPY Vol 3 1950 str.239-242
…ora la Macedonia è stata di nuovo liberata. Tuttavia l’Europa è incline a compiere gli stessi errori che furono commessi nel 1878. Invece di proclamare uno stato autonomo di Macedonia, i suoi nuovi liberatori hanno deciso di spartirsela; siamo convinti e crediamo profondamente che la parte più avvertita e democratica dei popoli serbo, bulgaro e greco non abbia partecipato alla spartizione del popolo macedone. Eppure la Macedonia ha tutti i diritti storici e naturali all’autodeterminazione. Lungo il corso dei secoli è stata un’unità politica autonoma o è stata inclusa nella struttura di altri stati, un risultato della sua individualità e della sua posizione geografica. I confini della Macedonia sono definiti chiaramente dalle montagne che la circondano e dalle coste del mare. Questo insieme geografico e l’intero sistema di fertili vallate e campi allineati a ventaglio determinano inoltre la visibilità del paese e la sua unità economica…
Documents on the struggle of the Macedonian people for independence and national state, Skopje 1985, p. 597
Si comincia con una piccola raccolta spontanea di idee sul termine GUERRA. Sulla lavagna si registrano dieci/quindici parole nate dal brainstorming. Dopo di che ciascun gruppo assume un certo ruolo. Questi sono alcuni dei ruoli possibili, ma ciascun insegnante può scegliere autonomamente anche altri ruoli.
Primo Gruppo – un soldato che scrive una lettera alla sua famiglia o che rilascia un’intervista; Secondo Gruppo – un civile che scrive una lettera alla sua famiglia o rilascia un’intervista; Terzo Gruppo – un giornalista che scrive un articolo sulle Guerre Balcaniche; Quarto Gruppo – un giornalista che scrive un articolo sulla questione albanese o sulla questione macedone durante le Guerre Balcaniche.
Il compito per ciascun gruppo è quello di preparare un documento scritto (lettera, articolo etc); in ciascuno di questi testi scritti devono comparire le parole nate dalla discussione iniziale sul concetto di GUERRA.
Documenti per il gruppo 1
Documenti per il gruppo 2
Documenti per il gruppo 3
Documenti per il gruppo 4
Documenti per il gruppo 5
Nei villaggi di Rajca e Prnjezi in Albania, presso il confine con la Macedonia, dalla parte opposta del monte Jablanica, si sono radunati molti rifugiati albanesi e macedoni, compresi il vice primo ministro albanese Milan Matov, l’ex-generale del Sultano, Essad Pasha e molti altri. Essi furono provvisti di grande ospitalità. I rifugiati macedoni e albanesi formarono ciascuno i loro quartier generali. Lo scopo dei membri dei due stati maggiori fu la liberazione della Macedoni e la congiunta presa del potere nelle loro mani. Il quartier generale della ribellione macedone-albanese fu posto nel villaggio di Rayjo.
Risto Krle Autobiography, Skopje, 1990, p. 164
La rivolta di Tikvesh fu la prima resistenza armata popolare e di massa al governo serbo che aveva occupato la Vardar Macedonia dopo il ritiro delle forze turche nella Prima Guerra Balcanica. La rivolta cominciò il 19 giugno del 1913 nella regione di Tikvesh e durò sette giorni. La rivolta di Tikvesh fu il risultato di una sollevazione popolare spontanea, organizzata e condotta da locali attivisti rivoluzionari, e guidata da comandanti dell’organizzazione appoggiata da truppe dell’ORIM (Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedonia).
Violeta Achkova and Nicholas Žežov “treason and assassinations in Macedonian history”, Skopje, 2004th
I Macedoni, nel corso dei secoli, si sono continuamente sollevati e hanno combattuto per l’indipendenza e, attraverso la loro persistente lotta, hanno contribuito alla liberazione della Serbia, della Grecia e della Bulgaria…Più di centomila combattenti macedoni hanno combattuto spalla a spalla con gli eserciti alleati…invece della Macedonia celebrata da Alessandro il Macedone, consacrata dall’Apostolo San Paolo, resa degna dall’attività dei santi fratelli Cirillo e Metodio…invece della Macedonia libera, unita e integrale, la diplomazia europea e, insieme a lei voi, nostri fratelli, alleati e liberatori, ci state facendo a pezzi, distruggendo i nostri sacri ideali…Ricordate fratelli bulgari, serbi e greci che voi risorgete dopo 14 sanguinose guerre della Russia contro l’Impero Ottomano…Ricordate che una Macedonia smembrata sarà tra di voi un’eterna mela della discordia. Ricordate che anche nei tempi passati della storia molti stati, uno dopo l’altro, sono periti nella lotta per la Macedonia, non continuate la sanguinosa lista dei morti nel tempo presente…Macedonia dovrebbe essere uno stato indipendente all’interno dei suoi confini etnici, geografici, culturali e storici, con un governo che risponda ad un’assemblea nazionale…un corpo rappresentativo nazionale dovrebbe essere istituito…nella città di Salonicco, eletto a suffragio universale. Fratelli alleati e liberatori! Speriamo che le nostre parole raggiungano i vostri cuori e le vostre menti. San Pietroburgo, firmato dai rappresentanti autorizzati
Taken from Makedonskii Golos, St. Petersburg, pages52-55
Stiamo per mettere in pratica un certo avanzamento verso l’autonomia della Macedonia? L’idea di una Macedonia per i macedoni in questi anni è progredita e tende a sostituire l’idea di una più pericolosa spartizione della Macedonia e di una sua divisione fra differenti stati balcanici. Tuttavia le convulsioni che hanno disturbato di continuo questa provincia sembra abbiano origine in un movimento bulgaro piuttosto che in un movimento macedone. In queste condizioni sarebbe difficile organizzare l’autonomia macedone senza favorire considerevolmente il partito bulgaro, sacrificando i partiti delle altre nazionalità. Ciò provocherebbe, a quanto pare, disperati scoppi di resistenza persino nel cuore stesso della Macedonia. Infine non dovremmo dimenticare che i Greci e i Koutzo-Valacchi (Romeni) di Macedonia, per paura di una egemonia dell’elemento slavo, sono in favore dello status quo.
Alberic Cahuet, “La situation en Turquie et la proposition Berchtold”, L’Illustration, 3626, 24 agosto 1912, p. 123.
Le autorità serbe in Ohrid e in gran parte della Macedonia occidentale erano informate dei preparativi che erano stati intrapresi per scatenare un’insurrezione nella regione. A causa di questi preparativi Mirko Novakovic – capo di stato maggiore del distretto di Bitola, riferisce, con un telegramma del 12 settembre al Ministero degli interni di Belgrado, tra l’altro:
capita che a capo dell’area di Prespa siano bande anarchiche condotte da Peter Chaulev nella foto tratta da Wikipedia – http://en.wikipedia.org/wiki/Ohrid–Debar_Uprisinge Kristo Trajcev, leader bulgari, che con i loro cetnici (partigiani) stanno minacciando danni più gravi degli Arnauti (soldati albanesi al servizio dei Turchi) e che in caso di intrusione di queste banda possono razziare i villaggi e le città…ed è tutto pronto.
P. Mitreska, Documenti serbi sulla storai della regione di Ohrid-Struga (1890-1940) Struga, 2002 str.182 dok.107
Quali sono le conseguenze della guerra? Gli studenti analizzeranno i documenti e poi determineranno a quale di questi termini possano essere associati e perché. I termini sono i seguenti:
- Notevole
- Memorabile
- Produce cambiamenti
- Evocativo
- Rivelatore
Deve seguire una discussione che dovrebbe portare alla risposta alla seconda questione chiave: Perché le guerre balcaniche sono un tema sensibile e controverso ancora oggi?
Documenti per tutti i gruppi
Area in miglia quadrate |
Popolazione stimata |
|||
Prima della guerra |
Dopo la guerra |
Prima della guerra |
Dopo la guerra |
|
Albania |
– |
11317 |
– |
850000 |
Bulgaria |
33647 |
43310 |
4377516 |
4467006 |
Grecia |
25014 |
41933 |
2666000 |
4363000 |
Montenegro |
3474 |
5603 |
26000 |
500000 |
Romania |
50720 |
53489 |
7230418 |
7516418 |
Serbia |
18650 |
33891 |
2911701 |
4527992 |
Turchia europea |
65350 |
10882 |
6130200 |
1891000 |
![Saluti dalla costa Serba, Durazzo. Ricordo dal primo porto serbo. ttp://sh.wikipedia.org/wiki/ Datoteka:Pozdrav_sa_srpskog_primo rja.jpg](https://www.novecento.org/wp-content/uploads/2014/12/fonte2_last.png)
Saluti dalla costa Serba, Durazzo. Ricordo dal primo porto serbo. ttp://sh.wikipedia.org/wiki/Datoteka:Pozdrav_sa_srpskog_primorja.jpg