Fonti e memoria del genocidio
Il dramma della diaspora
Gli armeni sono da sempre raccontati come una popolazione abituata a doversi ingegnare per sopravvivere e disposta a cedere alla fedeltà come compromesso, infatti quando si e` scatenata la guerra della Turchia contro la Russia, gli Armeni in Turchia erano disposti a combattere contro gli armeni in Russia.
Gli armeni vivevano in modo tranquillo e avevano raggiunto un certo livello di integrazione, quello che accadde in Cilicia fu una sorta di “fulmine a ciel sereno”.
Il problema delle fonti
Nell’Ottocento le fonti in Italia sull’Armenia erano limitatissime. Nel 1878 l’Italia s’interessa di quello che sta succedendo nell’Impero ottomano in concomitanza con il Congresso di Berlino, vengono inviati diplomatici che iniziano a scrivere dell’Armenia. Negli archivi del Ministero degli esteri italiano sono conservati almeno 10.000 documenti che vanno dal 1890 al 1923 in via di pubblicazione, sarebbe interessante incrociare queste informazioni con quelle della diplomazia di altri paesi europei.
L’Italia e gli armeni
Dal 1915 al 1918 gli armeni in Italia si uniscono per fondare una istituzione di armeni fedeli allo Stato italiano. In questi anni il periodico “Armenia” fornisce informazioni su quello che sta avvenendo in Anatolia ma anche documentazione sulla storia del popolo armeno e sui maggiori esponenti dell’arte e della cultura.
Nel 1929 l’Enciclopedia Treccani pubblica il quarto volume e alla voce “Armenia” dedica quaranta pagine per illustrare storia, religione e arte, ma del genocidio si parla in poche righe limitandosi a dire che “gli armeni che contavano nel 1913 all’incirca un milione e mezzo di individui non siano oggi più di 100.000”
Poi nel 1938-40 per iniziativa di un funzionario fascista che aveva ricevuto il mandato di cercare e creare alleanze con le minoranze nazionali, matura l’idea di promuovere un’iniziativa editoriale congiunta italo-armena che renda più visibile la realtà armena nel contesto italiano: verranno pubblicati saggi sulla poesia armena, ma nulla sul genocidio.
Il primo testo significativo sul genocidio armeno in italiano è stato scritto da Marcello Flores alla fine degli anni Novanta.
Fonti internet consigliate:
In inglese
- wikipedia nella versione inglese
- Armenian national Institute
In italiano
- Comunitaarmena.it
- Italiarmenia.it
Percorsi di ricerca:
- Volumi in pubblicazione dei documenti diplomatici italiani.
- Gabriella Uluhogian, Gli armeni, Il Mulino, Bologna 2015.
- Marcello Flores, Il genocidio degli armeni, Il Mulino, Bologna 2007.
“Fonti delle memorie” (definizione del relatore)
Nel 1935 Mondadori traduce I quaranta giorni del Mussa Dogh di Franz Werfel che racconta le vicende di un gruppo di armeni che nell’estate del 1915 organizza una strenua resistenza contro le forze turche.
Nel 1940 esce in Italia Che ve ne sembra dell’America di William Saroyan, figlio di armeni fuggiti a Los Angeles: vi si narrano le esperienze di chi, profugo, è riuscito a sottrarsi alle maggiori tragedie, ma si trova “gettato” entro contesti linguistici e culturali nuovi e sconosciuti.
Nel 1947 esce in Italia la traduzione il racconto autobiografico Chiedo a voi signore e signori dell’armeno Leon Surmelian, uno dei tanti fanciulli armeni riusciti a sottrarsi alla morte.