Il collettivo dei ragazzi (1947-1957)
Nel 1947 a Venezia – come in altre città italiane – per iniziativa dell’Anpi venne aperto un “Convitto della Rinascita” per ospitare bambini e ragazzi orfani di partigiani caduti durante la guerra, che fu intitolato a Francesco Biancotto, un giovane partigiano sandonatese che venne fucilato a Venezia nel luglio 1944, assieme ad altri 12 compagni, sulle rovine di Ca’ Giustinian; in seguito il Convitto accolse anche orfani di caduti del lavoro e alluvionati del Polesine.
I ragazzi – provenienti dal territorio circostante e anche da altre regioni italiane – frequentavano le scuole pubbliche cittadine. La sede del Convitto si trovava in Fondamenta dei Cereri, nella ex Casa della Gioventù del Littorio, e viveva grazie alla solidarietà della città: oltre al Comune, intellettuali, artisti, lavoratori, commercianti, operai di Porto Marghera.
Negli anni ‘50 un gruppo di studenti universitari, che avevano partecipato giovanissimi alla Resistenza, iniziarono il loro lavoro come volontari, con l’obiettivo di passare dallo spontaneismo pedagogico al tentativo di organizzare un vero e proprio apparato educativo e amministrativo, semn27_1951.jpgcondo criteri innovativi. Tra questi vi erano Girolamo Federici e Lia Finzi, che curarono con passione la formazione complessiva dei ragazzi a loro affidati e la complessa gestione del Convitto fino alla sua chiusura nel 1957 per lo sfratto decretato dal Ministero della Pubblica Istruzione, proprietario dell’immobile. Divenne così un Istituto «aperto», non un’«istituzione chiusa» com’erano allora i collegi per orfani, integrato nel tessuto sociale cittadino. Insieme ai biancottini studiavano, giocavano e facevano sport i ragazzi del sestiere di Dorsoduro; i ragazzi delle aree più povere di Giudecca, S. Marta, S. Giobbe passavano il pomeriggio nel doposcuola. La vita del Convitto non si limitava allo studio, ma si organizzavano spettacoli, attività artistiche e sportive, si partecipava a iniziative teatrali, cinematografiche, culturali; durante l’estate venivano attivate iniziative di turismo scolastico-giovanile e si accoglievano ragazzi di altri paesi europei.
Liaorfani_biancotto_ridotta.jpg Finzi e Girolamo Federici nel 1993 hanno pubblicato I ragazzi del collettivo. Il Convitto “Francesco Biancotto” di Venezia, 1947/1957, (Marsilio, Venezia) che, sul filo delle memorie, racconta la storia del Convitto e nel 2001 hanno donato l’archivio – ricco di materiale documentario, iconografico e fotografico – all’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea.
Per ricordare e valorizzare quella che è stata definita una “straordinaria avventura pedagogica dell’Italia nel dopoguerra”, l’Istituto ha predisposto un progetto di ricerca, in collaborazione con l’Anpi “7 martiri” di Venezia, che intende approfondire la storia del Convitto arricchendola di testimonianze di ex convittori ed educatori, ad iniziare da quella di Lia Finzi. I03_nuovagioventu-biancotto-47.jpgl progetto ha ricevuto un contributo dal Lega Coop del Veneto e un finanziamento della Regione del Veneto nell’ambito della Legge Regionale 29/2010. La ricerca – curata da Maria Teresa Sega con l’aiuto di Lia Finzi e Luciana Granzotto – si è concretizzata nella mostra storica/documentaria Il «collettivo» dei ragazzi. Il convitto «Francesco Biancotto» di Venezia 1947-1957, che sarà allestita presso la Casa della Memoria e della Storia in occasione del 2 giugno 2012, e nel convegno di studi I Convitti della Rinascita e la scuola della Costituzione (Venezia, 27 ottobre 2012), con l’adesione dell’Insmli, degli Istituti storici e delle Anpi emiliane, regione da cui provenivano numerosi convittori. L’obiettivo è quello di predisporre percorsi conoscitivi attraverso i documenti per le classi delle scuole del territorio, visite guidate e incontri con i testimoni; in seguito la mostra può diventare itinerante ed essere allestita all’interno di istituti scolastici o altri luoghi cittadini e non.