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Introduzione al dossier “Luoghi del lavoro in Sardegna. Miniere, industrie e colonie penali”

Introduzione al dossier “Luoghi del lavoro in Sardegna. Miniere, industrie e colonie penali”

Porto Flavia, Miniera di Masua.
Crediti: Foto degli autori

Abstract

Introduzione al dossier “Luoghi del lavoro in Sardegna. Miniere, industrie e colonie penali”. A partire dal seminario residenziale realizzato a Carbonia e a Cagliari nell’ottobre 2023, gli autori illustrano i contenuti dei contributi che saranno ospitati nel dossier. Essi saranno relativi, tra l’altro, a diversi temi di indagine storica, alle analisi di carattere geografico legate ai processi migratori, agli approfondimenti sotto il profilo didattico, alle letture delle esperienze culturali realizzate durante le visite guidate e alle testimonianze filmate.

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Introduction to the dossier ‘Places of work in Sardinia. Mines, industries and penal colonies’. Starting from the residential seminar held in Carbonia and Cagliari in October 2023, the authors illustrate the contents of the contributions that will be hosted in the dossier. They will relate, among other things, to various themes of historical investigation, geographical analyses linked to migratory processes, in-depth studies from a didactic point of view, readings of the cultural experiences made during the guided tours and filmed testimonies.

Il corso di formazione

Il terzo seminario residenziale “Nei luoghi della Storia”,[1] realizzato a Carbonia e Cagliari dal 19 al 22 ottobre 2023, è stato dedicato ai luoghi del lavoro in Sardegna, ai contesti minerari e industriali e alle colonie penali. Quale completamento del percorso seminariale e di confronto sui temi più marcatamente didattici, declinato anche attraverso interviste, sono stati proposti degli itinerari immersivi all’interno della città di fondazione e di un insediamento estrattivo riconvertito, di una ex infrastruttura di servizio, oggi monumento di archeologia industriale, del centro storico di Cagliari e degli ambienti di una manifattura tabacchi, inglobata nel tessuto urbano e tramutata in “Fabbrica della creatività”.

Durante la tre giorni sarda, sono stati messi in luce svariati profili connessi con la storia del lavoro, delle lavoratrici e dei lavoratori in Sardegna. Temi in grado di suscitare sempre nuovi stimoli di ricerca e che hanno trovato molteplici richiami evocativi nei luoghi visitati e nelle testimonianze sulla vicenda industriale e sociale dell’isola. Laddove, nei primi anni del Novecento, le lotte dei minatori del Sulcis-Iglesiente hanno rappresentato un modello per la maturazione di una consapevolezza sindacale e per la rivendicazione dei diritti fondamentali nel mondo operaio.

Più specificamente, nella fase seminariale due sezioni sono state dedicate alla storia delle miniere, al modello sardo di industrializzazione, allo sfruttamento dei relegati nelle colonie penali e dei prigionieri nei campi di concentramento durante il fascismo, alle migrazioni e alle biografie di alcuni testimoni e protagonisti dello sviluppo industriale, della società e delle lotte sindacali. Mentre la tavola rotonda, incentrata sulle metodologie didattiche, ha prestato maggiore attenzione al dibattito su memoria, fonti, insegnamento della storia e processi migratori. Svariate le discipline coinvolte nel confronto: dalla storia all’antropologia, dalla geografia all’archivistica.

Le conferenze e i workshop sono stati svolti nella Sezione di Storia Locale e nella “Fabbrica del cinema” della Grande miniera di Serbariu di Carbonia, dove studiosi, accademici e professionisti hanno condiviso le loro conoscenze e le loro riflessioni con le partecipanti e i partecipanti: insegnanti, operatori culturali, ricercatori. Materiali didattici, come per esempio bibliografie dettagliate, filmografie e altre risorse operative, hanno arricchito il confronto, fornendo ulteriori strumenti utili alla comprensione e alle applicazioni educative.

Gli esperti e le esperte hanno altresì offerto suggerimenti sulle strategie utili alla promozione di laboratori e percorsi didattici, soffermandosi sulla pluralità di trasmissione delle narrazioni storiche a partire dagli ambiti locali. Il seminario ha stimolato una riflessione sulla conservazione del patrimonio industriale e sulla valorizzazione degli approcci ai processi di lunga durata, con attenzione alle specificità della storia sarda.

Le visite hanno riguardato il contesto urbano di Carbonia, importante città di fondazione realizzata dal fascismo nella seconda metà degli anni Trenta, per poi scoprire le gallerie e i vecchi impianti della Grande miniera di Serbariu all’interno del Museo nazionale del carbone. Proseguendo il viaggio, il gruppo ha fatto ingresso a Porto Flavia, spettacolare monumento di archeologia industriale realizzato negli anni Venti del Novecento, affacciato sul mare a Masua nel territorio di Iglesias, e, dopo un itinerario nella città capoluogo, ha varcato i cancelli dell’ex manifattura tabacchi di Cagliari, per concludere i percorsi alla Cineteca sarda.

Il seminario residenziale si è posto l’obiettivo di contribuire alla formazione culturale e professionale dei partecipanti, fornendo loro strumenti per trasmettere efficacemente patrimoni di conoscenze. L’evento ha evidenziato l’importanza di preservare e valorizzare i luoghi di memoria, non solo sotto il profilo della rilevanza storica, ma anche quali perni per la costruzione di un futuro informato e consapevole.

Il presente dossier scaturisce da questa iniziativa e riporta parte cospicua degli interventi tenuti durante le sessioni seminariali e la tavola rotonda. Di seguito se ne illustrano brevemente i contenuti.

 

Cosa c’è nel dossier

L’intervento di Daniele Sanna sull’esperienza del patriota Gaspare Finali (1829-1914), noto per esser stato ministro, a lungo parlamentare, presidente della Corte dei conti, metterà in risalto l’originalità delle considerazioni dell’uomo politico cesenate sul lavoro e sull’impresa nell’isola a metà dell’Ottocento. Considerazioni che rappresentano un contenuto di fatto inedito e critico nel panorama storiografico sardo, in quanto nascono da un osservatore speciale, vissuto all’interno di un’azienda agricola nel territorio di Macomer[2], dal 1856 al 1858.

Il testo di Gianmario Leoni sul caso di Ottana e sull’industrializzazione nel centro Sardegna sarà declinato sotto il profilo didattico, con particolare attenzione allo studio di volantini e manifesti prodotti dal movimento operaio negli anni Settanta e Ottanta. Le organizzazioni delle lavoratrici e dei lavoratori della regione furono protagoniste di un’intensa e anche inedita stagione sindacale in un territorio dell’interno sino ad allora dedito prevalentemente all’attività agropastorale.

Il contributo sulla memoria inedita dell’ingegnere nuorese Giuseppe Marongiu, relativa alla fondazione di Carbonia, si soffermerà sull’approccio metodologico della ricerca con riferimenti alla lettura comparativa tra il manoscritto e le fonti documentarie. L’autore Walter Falgio metterà in risalto alcuni aspetti specifici del complesso della vicenda fondativa con particolare attenzione ai profili delle maestranze impegnate nella costruzione della città “a bocca di miniera”.

Costantino di Sante e Stefano Tedde affronteranno il tema dei campi di lavoro e delle colonie penali. Di Sante si concentrerà sull’analisi dello  sfruttamento del lavoro dei prigionieri di guerra da parte del regime fascista durante la Seconda guerra mondiale. Partendo dalle norme dell’impiego dei soldati nemici, si ripercorrerà la topografia dei campi di concentramento per prigionieri di guerra (PG) allestiti in Italia e nelle zone d’occupazione dal regio esercito. A Carbonia fu costruito il primo campo di lavoro per PG impiegati dall’“Azienda Carboni Italiani” nella locale miniera.

Lo studio di Tedde intende invece tracciare le tappe fondamentali del modello “Colonia penale” dai primi esperimenti pionieristici di metà Ottocento fino alle colonie nate nel XX secolo. La messa a coltura di luoghi inospitali e lontani dai centri urbani, come testimoniato dalla documentazione archivistica consultata, rappresentava il mezzo ideale per condurre opere di redenzione sociale e morale, spesso destinate a rimanere velleitarie utopie.

Il contributo di Silvia Aru presenterà strumenti di analisi geografici legati al tema delle migrazioni e si focalizzerà sull’importanza di utilizzare un approccio biografico e territoriale complesso. Dopo un inquadramento teorico e metodologico, il lavoro proverà a suggerire due esperienze formative che promuovono uno sguardo critico sul tema. L’intervento di Laura Stochino si concentrerà poi sull’uso del cinema per raccontare il lavoro, e, più specificamente, per immaginare un percorso didattico sui luoghi del lavoro in Sardegna, sul mondo minerario, sulle lotte operaie: nello scritto si prenderanno in esame produzioni del cinema di propaganda, militante, d’impresa, di fiction e documentari d’autore. Il testo di Marina Moncelsi riguarderà i laboratori didattici sugli internati militari e sui deportati sardi realizzati dall’Istasac per le scuole superiori attraverso l’esame delle fonti d’archivio e la definizione dei concetti di “storia documentata” e “memoria orale”.

Sarà parte del dossier anche il contributo di Roberta Olianas, un itinerario utile a indagare il profondo cambiamento della Cagliari di fine Ottocento favorito dall’ascesa del ceto borghese. La descrizione prenderà avvio dall’estremità sud del quartiere Stampace, spazio per infrastrutture e nuove attività industriali, procederà verso il porto da cui osservare la riqualificazione urbana e il decoro dei nuovi palazzi residenziali, per terminare nell’area della ex manifattura tabacchi, raggiunta attraverso il dedalo dei vicoli del quartiere Marina, che offre al visitatore il contrasto tra la città antica e la sua evoluzione urbana. Antonello Zanda si soffermerà altresì sulla storia della società Umanitaria Cineteca sarda, sulle principali attività promosse dall’istituzione culturale, centro di documentazione, di restauro e di catalogazione della memoria audiovisiva della regione e sui principali progetti in campo tra i quali, per esempio, “La tua memoria è la nostra storia”, una campagna che ha l’obiettivo di costruire l’archivio della memoria privata e familiare dei sardi. Paolo Serra, della Società Umanitaria e “Fabbrica del cinema” di Carbonia, descriverà le iniziative con ricadute sotto il profilo didattico del presidio territoriale sulcitano. Infine saranno parte del dossier anche le  interviste integrali filmate dalla stessa Società Umanitaria di Carbonia allo storico Sandro Ruju e al minatore Lillino Pisci condotte, rispettivamente, da Sara Zanisi e da Francesco Bachis.

 

Bibliografia
  • Associazione nazionale ingegneri e architetti, Atti del convegno di studi per l’industrializzazione della Sardegna, 10-14 aprile 1953, La Tipografica, Roma 1954-57, 3 voll.
  • V. Atzori e G. Lay (a cura di), Il sindacato e la programmazione. La rinascita della Sardegna. Atti del Congresso per la Rinascita Economica e Sociale della Sardegna, Cagliari, 6-7 maggio 1950, Edes, Cagliari 1978.
  • N. Balestrini, Carbonia. Eravamo tutti comunisti, Bompiani, Milano 2013.
  • G. Bottazzi, Eppur si muove. Saggio sulle peculiarità del processo di modernizzazione della Sardegna, Cuec, Cagliari 1999.
  • M. Cardia, Dal piano Levi al piano minerario regionale (1949-1984). Trentacinque anni di dibattito al Consiglio regionale, in Le miniere e i minatori della Sardegna, a cura di F. Manconi, Silvana Editoriale, Milano, 1986, pp. 207-231.
  • G. Dalmasso, N. Manca, Impresa e movimento operaio in Sardegna, a cura di S. Ruju, EdeS, Sassari 1994.
  • G. Della Porta, Linee di sviluppo economico della Sardegna, «Ichnusa» n. 17/1957.
  • G. Mele e C. Natoli (a cura di), Storia della Camera del lavoro di Cagliari nel Novecento, Carocci, Roma 2007.
  • L. Pirastu, Sviluppo economico e classi sociali in Sardegna dal 1951 al 1971, in «Archivio sardo del movimento operaio e autonomistico», n. 3, dicembre 1974.
  • S. Ruju, Società, economia, politica dal secondo dopoguerra a oggi, in Storia d’Italia. Le regioni dall’Unità a oggi. La Sardegna, a cura di L. Berlinguer e A. Mattone, Einaudi, Torino 1998, pp. 775-992.
  • S. Ruju, I mondi minerari della Sardegna (1860 1960). Con dieci testimonianze orali, Cuec, Cagliari 2008.
  • S. Ruju. Il lavoro in Sardegna. Mutamenti, immagini e testimonianze, in La Sardegna contemporanea, a cura di L. Marrocu, F. Bachis e V. Deplano, Donzelli, Roma 2015, pp. 371-416.
  • G. Sapelli, L’occasione mancata: lo sviluppo incompiuto dell’industrializzazione sarda, Cuec, Cagliari 2011.
  • G. Sotgiu, Questione sarda e movimento operaio, Edizioni sarde, Cagliari 1969
  • F. Soddu, La “Cultura della Rinascita”. Politica e istituzioni in Sardegna (1950-1970), Centro studi autonomistici “Paolo Dettori”, Sassari 1992.
Sitografia
Filmografia

 


Note:

[1] Promosso dall’Istituto nazionale “Ferruccio Parri”, il seminario è stato organizzato dall’Istituto sardo per la storia dell’antifascismo e della società contemporanea (Issasco) con l’Istituto per la storia dell’antifascismo e dell’età contemporanea nella Sardegna centrale (Istasac), il CSC Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema, la Società Umanitaria Cineteca sarda, la cooperativa Lilith Sezione di Storia Locale S.B.I.S., il Centro italiano della cultura del carbone. E con il patrocinio del Comune di Carbonia e il finanziamento della Regione Autonoma della Sardegna.

[2] Città sarda in provincia di Nuoro, nella regione storica del Marghine.

Dati articolo

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Titolo: Introduzione al dossier “Luoghi del lavoro in Sardegna. Miniere, industrie e colonie penali”
DOI:
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Numero della rivista: n.22, dicembre 2024
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
and , Introduzione al dossier “Luoghi del lavoro in Sardegna. Miniere, industrie e colonie penali”, Novecento.org, n.22, dicembre 2024.

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