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Introduzione al dossier “Memorie contese”

Introduzione al dossier “Memorie contese”

Particolare del monumento che a Mosca celebra la vittoria dell’Unione sovietica nella Seconda guerra mondiale.

Abstract

Introduzione al dossier “Memorie contese. Origine ed evoluzione di quattro date del calendario civile italiano”,

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An introduction to the dossier ‘Contested Memories. Origin and evolution of four dates in the Italian civil calendar’,

Il dossier che qui presentiamo rappresenta la conclusione del lavoro svolto durante un corso di formazione on-line rivolto agli insegnanti nel novembre del 2023 e promosso dall’Istituto nazionale Ferruccio Parri, dalla Fondazione “Luigi Micheletti” di Brescia, dall’Istituto Lombardo di Storia Contemporanea e dall’Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea

Da tempo gli istituti storici della rete Parri sono attivamente coinvolti in azioni mirate al sostegno delle scuole in occasione delle ricorrenze del calendario civile, compito che viene svolto con particolare attenzione, non soltanto per un’obiettiva richiesta da parte delle istituzioni scolastiche, ma anche per la complessità del tema: il generico e opinabile “dovere della memoria” nasconde tensioni e conflitti solo superficialmente tacitati dal velo del civismo celebrativo.

Nessuna società vive senza un passato: la memoria collettiva struttura le identità sociali in una continuità storica e le attribuisce un senso. In questo ambito, la definizione di un calendario civile, nonché il ruolo determinante che la scuola ha nel renderlo noto, svolgono una funzione essenziale. Ma il compito non è così semplice: quale ruolo deve avere l’insegnante? Si tratta di celebrare o di fare storia? E soprattutto: come districarsi all’interno della selva di eventi istituzionali da commemorare?

Osservando approfonditamente le celebrazioni del calendario civile, è possibile rintracciare la problematicità e la densità storica degli anniversari che, in numero sempre crescente, vanno a comporre il bagaglio memoriale del cittadino italiano, e quindi europeo, del XXI secolo. Se, infatti, ci si pone criticamente di fronte alla serie delle celebrazioni, si percepiscono le differenze valoriali e simboliche che ogni contenuto storico porta con sé. Tali differenze mal si armonizzano con l’idea di una successione celebrativa volta alla costituzione di una coerente memoria collettiva.

E questo, crediamo, per due fondamentali ragioni. Innanzitutto, perché ogni “dovere” memoriale non è neutrale: non si ricorda tutto, ma solo ciò che una società decide che valga la pena ricordare. L’esercizio memoriale è in costante rapporto con l’oblio. Alle spalle di un calendario civile è quindi necessario scorgere una ben più complessa trama di forze, un campo di battaglia nel quale opzioni politiche, paradigmi memoriali e ideologie si scontrano. Obiettivo primo della proposta del dossier, quindi, è quella restituire l’adeguata profondità storica e genealogica a celebrazioni la cui ricorsività rituale rischia di astrarle dal contesto da cui provengono.

La seconda ragione, invece, si lega a un fenomeno storico al quale stiamo assistendo ormai dagli anni Novanta, forse più subito che compreso: il progressivo mutamento del paradigma memoriale in Italia e in Europa. Con il concorso di diversi elementi, dal crollo dell’Unione Sovietica, all’allargamento dell’Unione Europea, alla scomparsa in Italia della cosiddetta “prima Repubblica”, il paradigma memoriale antifascista, che ha retto le politiche della memoria europee dal 1945, si sgretola. Si assiste all’evidente passaggio a un paradigma “antitotalitario”, nel quale l’attenzione della sfera pubblica è rivolta più all’accostamento tra nazismo e comunismo, in quanto regimi criminali e totalitari, che alle tradizionali comparazioni tra fascismo e nazismo. La memoria della Shoah si accompagna a quella dei crimini del comunismo, portando progressivamente l’attenzione sulle vittime e distogliendola dalle cause per le quali esse sono morte e dagli altri protagonisti delle vicende commemorate; ne deriva così un discorso nel quale trova spazio soltanto chi può genericamente definirsi vittima di un sopruso, senza altri riferimenti specifici al contesto storico.

In Italia, tale sommovimento memoriale è entrato in risonanza con la persistente memoria, emersa allo scoperto negli ultimi decenni, del fascismo come regime che, tutto sommato, “ha fatto anche cose buone” (“leggi razziali a parte”, ovviamente …). Partiti senza radici nell’antifascismo sono diventati protagonisti di una iniziativa memoriale che induce la comunità pubblica a riconsiderare i “ragazzi di Salò” e a fare i conti col passato nei termini di “memoria condivisa”, intesa come par condicio di miti e rimozioni. In una  narrazione in cui ogni distinzione analitica viene meno, trovano quindi posto le vittime delle stragi nazi-fasciste, gli ebrei deportati, le vittime delle “foibe” e i militari italiani coinvolti nell’attacco all’Unione Sovietica.

Il percorso comincia con un’intervista a Filippo Focardi, direttore scientifico dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, nonché uno dei massimi studiosi italiani di storia della memoria, nella quale vengono forniti al lettore i concetti e le categorie fondamentali attraverso le quali leggere le politiche della memoria. Esso si snoda poi attraverso l’analisi del Giorno della Memoria, di Giorgio Giovannetti, ricorrenza che ha fornito quasi uno schema narrativo cui altre ricorrenze cercano di adeguarsi, come ad esempio il Giorno del ricordo, a cui è dedicato un altro contributo di Marco Salbego. La acritica celebrazione del 10 febbraio attinge ampiamente alla retorica memoriale della Shoah, contrapponendosi talvolta alle celebrazioni della Liberazione, a cui è dedicato un approfondimento, di Luciana Bramati, che ne sottolinea i molti e accesi dibattiti che li accompagnano fin dall’istituzione. Il quarto contributo, di Simone Campanozzi, riguarda la più vecchia delle quattro ricorrenze proposte: il 4 novembre, la cui lunga vicenda è, per molti aspetti, una carta di tornasole della storia italiana dell’ultimo secolo.

Ci auguriamo che il presente dossier possa fornire spunti conoscitivi, ermeneutici e didattici a insegnanti e operatori interessati alla decostruzione dei meccanismi identitari all’opera nelle politiche della memoria, aprendo alla possibilità di un uso critico e consapevole del calendario civile, inteso come luogo di differenze e di significati contesi, senza cadere nella tentazione liturgica di costituire tramite esso una comunità mistica e indifferenziata.

Dati articolo

Autore: and
Titolo: Introduzione al dossier “Memorie contese”
DOI:
Parole chiave: , , , , , ,
Numero della rivista: n.22, dicembre 2024
ISSN: ISSN 2283-6837

Come citarlo:
and , Introduzione al dossier “Memorie contese”, Novecento.org, n.22, dicembre 2024.

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