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Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti, di Marco De Paolis e Paolo Pezzino

<em>Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti</em>, di Marco De Paolis e Paolo Pezzino

Copertina del volume dal sito dell’editore.

Marco De Paolis, Paolo Pezzino
Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti
Roma, Viella, 2023

Il libro è il quarto volume della collana curata da De Paolis-Pezzino sui processi dell’ultima stagione giudiziaria, quella del cosiddetto “armadio della vergogna”, contenente fascicoli relativi alle stragi naziste e fasciste in Italia, indebitamente occultati nel 1960[1].

Quella di Monte Sole – più conosciuta con il nome del comune dove è stato costruito il sacrario, Marzabotto – è la più grande strage di civili[2] avvenuta nell’Europa occidentale occupata: 770 vittime.

Il modus operandi delle truppe tedesche fu eliminazionista[3]:  sopprimere tutti coloro che fossero all’interno dell’area del rastrellamento, compresi donne, bambini -210 gli uccisi-, anziani, sacerdoti.

Carlo Gentile, lo storico a cui si deve il lavoro di ricerca sulle stragi negli archivi tedeschi, ha parlato di tre guerre condotte in Italia dopo l’armistizio da parte delle truppe tedesche: una contro l’esercito degli Alleati, una contro i partigiani, e un’altra, criminale, contro la popolazione civile[4].

In questa ultima categoria si ascrive il massacro di Monte Sole cui questo libro è dedicato.

Il saggio ripercorre da un lato i fatti e il contesto storico della strage, dall’altro il tortuoso percorso giudiziario. La prima parte è curata da Paolo Pezzino, la seconda da Marco De Paolis.

Il libro è frutto, dunque, dell’interrelazione fondamentale fra storici e magistrati. L’apporto dei primi è essenziale per ricostruire gli avvenimenti nel contesto della “guerra ai civili[5], per svolgere ricerche negli archivi militari e per ricostruire l’organico delle formazioni che avevano preso parte alle stragi. L’apporto dei secondi è fondamentale per la ricostruzione giudiziaria dei fatti e l’istruzione dei processi.

La vicenda di Monte Sole

Le prime 70 pagine del saggio sono dedicate alla narrazione del massacro che ha inizio il 29 settembre 1944 e che Pezzino ricostruisce anche attraverso le biografie e le testimonianze dei perpetratori. Per due giorni sull’altipiano di Monte Sole – e nei giorni successivi nei territori limitrofi – va in scena una vera e propria azione militare preparata e attuata con un forte dispendio di uomini. Tra i reparti maggiormente attivi c’è il reparto esplorante della XVI divisione, al comando di Walter Reder. L’operazione è sistematica: l’area viene setacciata, piccoli gruppi di soldati entrano dentro i casolari, si scontrano con il nemico e lo annientano, anche se a Monte Sole in realtà gli scontri sono ben pochi.Si tratta in realtà più di eccidi indiscriminati della popolazione civile – in particolare donne, bambini e anziani, visto che gli uomini erano fuggiti-, ritenuta responsabile della presenza dei partigiani.

I soldati nazisti prelevano così le persone nei vari casolari, le radunano nella cucina o nell’aia, le massacrano e danno fuoco alle case. A Casaglia, invece, portano 570 persone – donne e bambini – al cimitero e le fucilano lì con due mitragliatrici. A Cerpiano raccolgono 57 fra donne e bambini all’oratorio, tirano al suo interno bombe a mano e per un giorno mitragliano la gente; a sera lasciano i vivi con i morti chiusi dentro l’edificio e finiscono l’opera il giorno successivo. Si salvano solo in tre: una maestra e due bambini di 12 e 7 anni.

Perché tanta violenza?

Pezzino inserisce il massacro in quadro più ampio, spiegando innanzitutto che in quelle settimane si stava combattendo la battaglia per sfondare la linea gotica e occupare Bologna prima dell’inverno.

Lo scopo dei rastrellamenti e degli eccidi è dunque collegato allo scenario della Seconda guerra mondiale e all’esigenza tedesca di operare una vera e propria desertificazione di quel territorio. Il massacro di Monte Sole nasce dunque da un modus operandi strategico: è meno pericoloso uccidere civili disarmati che andare a cercare i partigiani nei boschi. Se si fa terra bruciata intorno a una formazione partigiana, quella non potrà più sopravvivere, perché privata di rifornimenti alimentari, rifugio, di informazioni.

Nel saggio non vengono poi taciute le responsabilità dei fascisti. I repubblichini erano stati preavvisati che ci sarebbe stata un’operazione di questo tipo a Monte Sole, ma non partecipano direttamente e si limitano a istituire posti di blocco per impedire alle persone di uscire e entrare da questa zona, lasciandola isolata. Quando il podestà di Marzabotto, nei giorni successivi, denuncia a Bologna ciò che è successo, è messo a tacere.

I processi

La seconda parte del saggio si concentra sulla difficile giustizia e sulle due stagioni processuali.

Nel dopoguerra, a differenza di altre stragi, ci sono poche e spezzettate indagini da parte degli Alleati sui fatti di Marzabotto. C’è un solo fascicolo sull’episodio alla chiesa di San Martino. Le indagini immediatamente dopo la strage sono per altro di difficile attuazione, perché lì si continua a combattere (a differenza di Sant’Anna di Stazzema).

Nel 1950 si tiene un processo da parte della magistratura militare di Bologna. Viene però incriminato e condannato all’ergastolo solo il comandante Walter Reder (consegnato dagli Alleati all’Italia nel 1947),  deresponsabilizzando coloro che, con gradi gerarchici inferiori, hanno partecipato alle azioni criminali. Una scelta illogica e illegale, come racconta De Paolis nel  volume.

La seconda fase processuale si apre nel 2007 a La Spezia, e De Paolis – da  procuratore militare – mette alla sbarra  24 individui coinvolti nella strage per concorso nel reato, che non erano stati sottoposti a processo nel 1950.

In questa parte del saggio, De Paolis sottolinea più volte come il dovere di obbedienza dei militari non valga se un ordine è manifestamente criminoso: il subordinato non ha l’obbligo di eseguire un ordine di tal genere, anzi ha il dovere di segnalarlo, come è previsto dalla convenzione dell’Aja del 1907, ribadito da quella di Ginevra del 1929 e previsto anche l’Art. 47 del Codice militare di guerra tedesco.

La responsabilità individuale è pertanto un tema centrale, anche in uno scenario di guerra.

Altri due temi sembrano poi interessanti da rilevarei. Il primo riguarda il pentimento: nel volume si sottolinea come nessuno dei perpetratori ne abbia mai mostrato alcun segno e come, anzi, si siano sempre detti fieri della loro appartenenza alle SS, la cui divisa hanno sempre continuato a indossare[6].

Il secondo è relativo all’esperienza di solitudine dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime, che nessuno voleva ascoltare, neanche le istituzioni.  I loro racconti sono quelli di una esperienza estrema, di fatti inimmaginabili, che hanno dovuto attendere settant’anni perché vi si prestasse orecchio.

Afferma De Paolis

Far passare il concetto che se passano un po’ di anni lo Stato debba dimenticare tutto non è bello, è contro la giustizia, la verità e la storia. Anzi, è contro la legge, perché certi reati sono imprescrittibili.[7]

Perché leggere questo libro

Il volume Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti è dunque un’opera utile a più livelli.

Innanzitutto mostra una proficua tensione interdisciplinare perché frutto della interrelazione fondamentale fra uno storico e un magistrato. L’apporto di Pezzino è stato essenziale per ricostruire gli avvenimenti nel contesto della “guerra ai civili”, e per svolgere ricerche negli archivi; quello di De Paolis è stato fondamentale per la ricostruzione giudiziaria dei fatti e l’istruzione dei processi.

In secondo luogo, esso mette in luce l’importante svolta nella giurisprudenza riguardo  alle tematiche relative all’obbedienza agli ordini – come elemento di giustificazione o attenuante dei crimini commessi- e della responsabilità individuale, che non è forte solo in guerra ma anche in pace.

Infine, un aspetto molto interessante riguarda la presenza di un ricco apparato documentario e di fonti inedite che va ad arricchire l’opera .

Perché è interessante per un/una docente

Il volume Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti può essere un utile strumento didattico perché offre spunti per affrontare il tema della violenza (nella storia), un argomento complesso e delicato, che spesso suscita dibattiti sul modo migliore in cui dovrebbe essere trattato nelle scuole. È un libro che aiuta a comprendere i meccanismi che portano alla violenza ed è quindi essenziale per promuovere una cultura della pace e della tolleranza.

Affrontare la violenza nella storia richiede poi un’analisi critica delle fonti, degli eventi e del contesto storico in cui la violenza si è verificata. Documenti storici, testimonianze, mappe possono aiutare a raggiungere  una visione più completa e meno rigida degli eventi, permettendo la comprensione delle diverse prospettive. Il ricco e selezionato e in parte inedito apparato documentario in calce al saggio offre un prezioso strumento in tal senso.

Inoltre, creare spazi di discussione in classe può essere utile per far riflettere gli studenti sulle questioni etiche legate alla violenza ed educare alla sensibilità e al rispetto attraverso un approccio ponderato che tenga conto della complessità dell’argomento e delle esigenze educative degli studenti.

Può essere poi proficuo integrare la lettura del saggio di De Paolis-Pezzino con una visita sui luoghi delle stragi, appoggiandosi alla Scuola di Pace di Montesole[8]. Partendo dalla storia degli eccidi e dall’ascolto delle sue memorie, si può intraprendere un percorso per educare ad una cultura di pace: un percorso lungo e complesso, dove si intrecciano le memorie del passato ed uno sforzo costante di rielaborarle, a partire dalla consapevolezza e dalla riflessione  sulle responsabilità individuali e collettive, sui meccanismi e sui percorsi che permettono l’emergere e il consolidarsi della cultura della violenza e della sopraffazione.

Infine, fondamentale strumento per affrontare in classe l’argomento delle stragi è l’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia[9]. Conducendo una ricerca semplice, in questo caso digitando Marzabotto, si trovano gli episodi stragisti lì avvenuti, in questo caso sei, e per ognuno di essi la completa descrizione[10].


Note:

[1] Il primo libro della collana, dal titolo La difficile giustizia è di inquadramento generale, e solleva il problema del perché svolgere dei processi a 60-70 anni dai fatti, sebbene già negli anni dell’immediato dopoguerra si conoscessero spesso gli autori dei crimini. Il secondo volume è dedicato alla strage di Sant’Anna di Stazzema, il terzo a quella dei militari italiani a Cefalonia.

[2] «Per “civili” si intendono solo coloro che erano stati selezionati a caso, differenziandoli da quelli uccisi per una loro chiara attività di opposizione (antifascisti, collaboratori dei partigiani), o per aver vestito una qualche divisa (militari, prigionieri di guerra, carabinieri, militari sbandati dopo l’8 settembre) o un abito religioso, o perché colpiti in quanto ebrei, o ancora per il rifiuto di far parte dell’esercito della Rsi (renitenti alla leva, disertori)», G. Fulvetti, P. Pezzino, Zone di guerra, geografie di sangue. L’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia (1943-1945), Bologna, Il Mulino, 2017, pp. 44-45.

[3] Per “massacro eliminazionista” si intendono «azioni condotte dai soldati tedeschi con l’obiettivo di sterminare intere comunità» G. Fulvetti, P. Pezzino, Zone di guerra, geografie di sangue. L’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia (1943-1945), Bologna, Il Mulino, 2017, p. 91.

[4] Cfr. C. Gentile, I crimini di guerra tedeschi in Italia 1943-1945, Torino, Einaudi, 2022.

[5] Cfr. M. Battini, P. Pezzino, Guerra ai civili. Occupazione tedesca e politica del massacro (Toscana, 1944), Padova, Marsilio, 1997.

[6] Su questo tema si veda https://podcasts.apple.com/jo/podcast/udo-gumpel-il-cacciatore-di-nazisti-prima-parte/id1511551427?i=1000567789968 (consultato il 2 settembre 2024)

[7] C. Nencioni, Stragi nazifasciste, i processi. Intervista a Marco De Paolis, “MicroMega”, 29 agosto 2024 https://www.micromega.net/stragi-nazifasciste-processi-intervista-a-marco-de-paolis (consultato il 2 settembre 2024)

[8] https://www.montesole.org/ (consultato il 3 settembre 2024)

[9] https://www.straginazifasciste.it/ (consultato il 3 settembre 2024)

[10] Per un approfondimento sull’uso e la funzione di questo atlante, anche in ambito didattico, si veda https://studiumeditore.it/wp-content/uploads/2022/03/RRDD-2-Articolo-Igor-Pizzirusso.pdf https://doi.org/10.53256/RRDD_210109 pp. 47 – 61 (consultato il 3 settembre 2024)